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lun

26

ott

2015

Il teatrino dell’assurdo di Crocetta e della politica siciliana

Dopo aver rinunciato, tramite un accordo capestro col governo nazionale, a contenziosi presenti e futuri con lo Stato per una cifra vicina ai 3 miliardi, Crocetta ne chiede 1,4 per chiudere la voragine dei conti.

Intanto mancano i soldi per rimuovere i detriti della frana del 5 ottobre caduta sull’autostrada A 18 Messina Catania all’altezza di Letoianni, per mettere in sicurezza il resto dei costoni delle montagne che costeggiano l’autostrada dove sono presenti diversi pericoli di frane, i torrenti della zona e  la Statale 114, come denunciano i comitati cittadini di  Scaletta Zanclea e Alì Terme. Una situazione che  mette in pericolo le strutture economiche della zona. Una rappresentazione del teatrino dell’assurdo che investe da troppi anni la politica siciliana, mentre i partiti sono tutti intenti a trovare la quadra sui nomi della nuova Giunta, come se questo bastasse a cambiare le politiche disastrose in tutti i campi di un governo regionale penoso che non sa farsi rispettare dal Governo Renzi che ha abbandonato il sud e la Sicilia ormai da tempo.

 

Lì 26/10/2015

L’ufficio stampa

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ven

25

set

2015

Dalla rivoluzione annunciata alla restaurazione conclamata

Ma il Presidente della annunciata  rivoluzione in Sicilia dove è finito?. Ah si incollato alla sua poltrona grazie a quelli che lui avrebbe voluto cacciare perché autori del più efferato dei delitti: quello contro la Sicilia e i suoi cittadini da circa venti anni. Ex lombardiani, ex cuffariani, a cui si sono uniti gli ex di Forza Italia del Nuovo Centro Destra, tutti saliti sul carro di Crocetta affinché in Sicilia non cambi nulla, altro che rivoluzione, tutti sono rimasti o ritornati al loro posto con gentile concessione del Partito Democratico, tutti al loro posto senza una idea per lo sviluppo della Sicilia, senza un’idea per combattere la povertà, senza un’idea per la reindustrializzazione della Sicilia, senza un’idea per aiutare le piccole e medie imprese rimaste, senza un’idea sul come aiutare gli agricoltori e gli artigiani, senza un’idea sul come aiutare delle zone come Milazzo, Augusta, Priolo e altre affogate nell’inquinamento, senza un’idea sul come far diventare la Sicilia il centro del commercio del Mediterraneo, senza un’idea sul lavoro, sul fisco, sulla solarizzazione di una regione splendida come la nostra, nessuna idea  tranne quella di rimanere abbarbicati alle poltrone perché sanno che i deputati regionali passeranno da 90 a 70, se fossimo un’impresa, i componenti di questa giunta e la stragrande maggioranza dei deputati regionali sarebbero stati tutti licenziati da tempo perché assenti dal lavoro senza certificato medico.

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mer

09

set

2015

Convegno:Ma di che Gender stiamo parlando?

Piazza Pittsburg, Isola delle Femmine (Pa) - Domenica 13 settembre 2015 ore 21.00

La comunità si riunisce nella pubblica piazza di Isola delle Femmine per sostenere e tutelare il diritto all’informazione. Da quasi tre anni, e in tutto il territorio italiano, viene portata avanti una campagna discriminatoria che, attraverso la manipolazione di mezze verità, affermazioni prive di fondamento e adoperando la paura come strumento, riesce a procurare nella popolazione allarmismi e disinformazione. Alla luce dei recenti eventi che hanno scosso gli animi di un’intera comunità, i liberi cittadini invitano all'ascolto, al dibattito e alla partecipazione, ad un incontro esplicativo e chiarificatore a sostegno della corretta informazione.

 

L'idea di un incontro nasce dal passaparola, dai social e dai gruppi di cittadini che hanno percepito chiaramente il pericolo di tale campagna discriminatoria. L'esigenza è quella di sgombrare il campo dalle paure infondate che vengono diffuse sotto la falsa pubblicità di voler fornire un servizio alla comunità, che oggi si trova spiazzata e terrorizzata dal fantasma dell'Ideologia Gender.

 

All'incontro di domenica 13 settembre saranno gli psicologi, gli psicoterapeuti e gli insegnanti stessi a fare chiarezza sulle ultime normative relative alla Buona Scuola, sulle linee guida dell’OMS, sulla volontà di combattere la violenza di genere, sull'educazione alle differenze. Gli esperti si passeranno la parola nel corso del dibattito, restando disponibili ed aperti in qualsiasi momento al pubblico che potrà porre domande o manifestare opinioni.

Relatori: Chiara Oliva insegnante,

Gaetana D'Agostino psicologa-psicoterapeuta (Associazione Nazionale AltraPsicologia), Claudio Cappotto psicologo-psicoterapeuta (Università di Napoli Federico II);

modera Giuseppe Russo, ricercatore.

 

Le associazioni promotrici dell'evento: Cambio Isola, Liberi Tutti, Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato, Apertura a Strappo, Net Left, Agedo, Arcigay Palermo, AltraPsicologia.

Domenica 13 settembre 2015 Piazza Pittsburg Isola delle Femmine 21.00.

 

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dom

30

ago

2015

Gender, tutta la verità

#gender Facciamo informazione. Assistiamo sconcertati da qualche tempo a questa parte a un fenomeno che non è nuovo nello scenario politico di questo Paese e che si ripete ciclicamente nei periodi di crisi, quello che vede l’ascesa di alcuni “personaggi” che vogliono costruirsi o ricostruirsi una carriera politica basandosi sulle paure degli altri che stavolta, con la scusa di difendere la famiglia tradizionale (ma da cosa?), con la scusa di esportare nella politica valori cristiani di cui spesso dimenticano la sostanza riducendoli a una forma, hanno tirato fuori una fantomatica teoria o ideologia gender che sarebbe messa in campo dalle potentissime “lobby gay” (talmente potenti che per ottenere il riconoscimento delle unioni civili per persone dello stesso sesso si è dovuta scomodare persino la Corte Europea dei diritti dell’uomo) secondo la quale si starebbero introducendo delle metodologie per annullare i generi maschile e femminile e ridurli a uno stereotipo del passato partendo dalle scuole, qualcuno vaneggia addirittura corsi di masturbazione intensiva all’asilo.

Non esistendo di questa teoria  nessuna traccia in alcun libro, se non  in alcuni di opinione scritti da personaggi in cerca di notorietà, che non indicano le fonti originali di questa teoria, né l’autore,  e che si stanno facendo parecchi soldi vendendo i propri libri, indicano nella Convenzione europea di Istanbul e nel comma 7 e nel comma 16 dell’unico articolo sulla buona scuola le fonti. Ma basta fare una ricerca sui testi, facilmente reperibili sul web, per comprendere come tutte queste fonti parlino di battaglia contro il bullismo e le discriminazioni. In particolare nel Comma 16 della legge sulla Buona scuola vi è scritto: “ il piano triennale dell'offerta formativa assicura l'attuazione dei principi di pari opportunità promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l'educazione della parità dei sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni, al fine di informare e sensibilizzare gli studenti, i docenti e i genitori sulle tematiche indicate dall'articolo 5 comma 2 del dl 93 del 2013 convertito con legge 119 del 2013”. La legge 119 del 2013 è quella sul femminicidio, legge fondamentale per punire un reato odioso e di cui troppe donne, negli ultimi anni, sono state vittime. Mentre la convenzione di Istanbul del 2011 (http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/8_marzo_2014/convenzione_Istanbul_violenza_donne.pdf) a cui si rifà la legge sul femminicidio. parla di prevenzione della violenza domestica e contro le donne.

Il sospetto è che affermando che vi sia una teoria gender di cui aver paura, in realtà si voglia abolire la legge sulla buona scuola (che per inciso ha molti punti critici) nella parte in cui si vuole combattere il bullismo e nella parte in cui si vuole prevenire la violenza, combattere le discriminazioni e attuare i principi di parità uomo-donna, cercando di non far crescere dei cittadini consapevoli che i due generi, uomo-donna, hanno gli stessi diritti e devono avere le stesse possibilità lavorative.

Parte integrante di questa disinformazione è la richiesta di non firmare il patto di corresponsabilità. Intanto vi è da dire che firmandolo non si perde alcun diritto ad opporsi a qualsiasi cosa non vi stia bene all’interno dell’istituto scolastico. Chi vi dice altro vuole solo puntare sull’ignoranza.

Cos’è il patto di corresponsabilità? Eccone un esempio, così potrete leggere con i vostri occhi invece di farvi prendere n giro da un post sui social:

 

PATTO di CORRESPONSABILITÀ EDUCATIVA

LA SCUOLA SI IMPEGNA A:

– fornire una formazione culturale e professionale qualificata, aperta alla pluralità delle idee, nel rispetto dell’identità di ciascuno studente;

– offrire un ambiente favorevole alla crescita integrale della persona, garantendo un servizio didattico di qualità in un ambiente educativo sereno, favorendo il processo di formazione di ciascuno studente, nel rispetto dei suoi ritmi e tempi di apprendimento;

– offrire iniziative concrete per il recupero di situazioni di ritardo e di svantaggio, al fine di favorire il successo formativo e combattere la dispersione scolastica oltre a promuovere il merito e incentivare le situazioni di eccellenza;

– favorire la piena integrazione degli studenti diversamente abili, promuovere iniziative di accoglienza e integrazione degli studenti stranieri, tutelandone la lingua e la cultura, anche attraverso la realizzazione di iniziative interculturali, stimolare riflessioni e attivare percorsi volti al benessere e alla tutela della salute degli studenti;

– garantire la massima trasparenza nelle valutazioni e nelle comunicazioni mantenendo un costante rap porto con le famiglie, anche attraverso strumenti tecnologicamente avanzati, nel rispetto della privacy.

LO STUDENTE SI IMPEGNA A:

– prendere coscienza dei propri diritti-doveri rispettando la scuola intesa come insieme di persone, ambienti e attrezzature;

– rispettare i tempi programmati e concordati con i docenti per il raggiungimento del proprio curricolo, impegnandosi in modo responsabile nell’esecuzione dei compiti richiesti;

 accettare, rispettare e aiutare gli altri e i diversi da sé, impegnandosi a comprendere le ragioni dei loro comportamenti.

LA FAMIGLIA SI IMPEGNA A:

 valorizzare l’istituzione scolastica, instaurando un positivo clima di dialogo, nel rispetto delle scelte educative e didattiche condivise, oltre ad un atteggiamento di reciproca collaborazione con i docenti;

 rispettare l’istituzione scolastica, favorendo una assidua frequenza dei propri figli alle lezioni, partecipando attivamente agli organismi collegiali e controllando quotidianamente le comunicazioni provenienti dalla scuola;

– discutere, presentare e condividere con i propri figli il patto educativo sottoscritto con l’Istituzione scolastica. (da www.butac.it)

 

Non è un contratto e si parla di dialogo tra famiglia, scuola e studenti, si parla di insegnare il rispetto per i diversi da sé, indipendentemente se dal punto di vista dell’orientamento religioso, sessuale, se dal punto di vista fisico, stranieri etc…La scuola è e deve essere il luogo in cui i bambini devono imparare a vivere e stare con gli altri.

 

Altra bufala su cui fanno leva questi signori riguarda le linee guida dell’OMS del 2008 (chissà perché se ne sono accorti solo ora) scritte in 18 mesi da una serie di esperti  di varia formazione- dalla medicina alla psicologia, alle scienze sociali.

Questi signori utilizzano pezzi estratti a caso da linee guida dell'OMS, e, come classico metodo di comunicazione, mettono cose false in mezzo a cose vere che però di per sé non sono un qualcosa per cui indignarsi.

Peccato che le linee guida dell’OMS parlino dello sviluppo sessuale dei bambini e ne parlino sia l’unione pediatri per amico https://www.uppa.it/speciali/educazione-sessuale/    sia l’ordine psicologi del Lazio , ma non bastasse ciò ecco il documento ufficiale dell’OMS http://www.aispa.it/attachments/article/78/STANDARD%20OMS.pdf

Basta leggere la prefazione : “Inoltre, il presente documento vuole contribuire a introdurre l’educazione sessuale olistica. L’educazione sessuale olistica fornisce a bambine/i e a ragazze/i informazioni imparziali e scientificamente corrette su tutti gli aspetti della sessualità e contemporaneamente li aiuta a sviluppare le competenze necessarie ad agire sulla base delle predette informazioni, contribuendo così a sviluppare atteggiamenti rispettosi ed aperti che favoriscono la costruzione di società eque. Tradizionalmente l’educazione sessuale si è concentrata sui potenziali rischi della sessualità, come le gravidanze indesiderate e le infezioni sessualmente trasmesse (IST). Un tale focus negativo suscita spesso delle paure in bambine/i e ragazze/i e, per di più, non risponde al loro bisogno di essere informati e di acquisire competenze; ancora, fin troppo spesso il focus negativo semplicemente non è di alcuna rilevanza per la vita di bambini e ragazzi.”

Basta leggere tutto il documento per comprendere che è improntato alla ricerca dell’uso di parole e concetti adatti all’età del bambino. Altro che insegnare masturbazione  da insegnare ai bambini,che, peraltro, sarebbe un reato.

Le opinioni diverse vanno rispettate, le bugie basate sul nulla no, specialmente quelle che seminano odio come dimostra l’aggressione al ragazzo di Genova perché scambiato per gay. Facciamo appello a tutte le forze sane e democratiche, cristiane e laiche affinché si elevi forte una resistenza contro i seminatori d’odio, non ci si può girare dall’altro lato, bisogna affrontare a viso aperto guardando negli occhi questi personaggi che puntano alle paure delle persone.

Net Left, insieme ad altre associazioni, continuerà a fare vera informazione tra la gente indicando leggi, convenzioni europee e tutti gli istituti giuridici che parlano di queste argomenti indicandone le fonti primarie dai siti istituzionali della Repubblica Italiana e dell’Unione Europea e non da siti che incitano all'odio, edulcorano la realtà o estrapolano frasi. ‪#‎rompiamoilsilenzio

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mer

19

ago

2015

Combattere gli estremismi prima che sia tardi parte 2^

Ieri sera sono stato all'iniziativa di tale avvocato Amato Gianfranco sulla cosiddetta teoria gender in provincia di Palermo. Mai e poi mai mi sarei aspettato nel mio paese, nella mia Italia, di vedere un tale spettacolo vergognoso di odio, mistificazioni e falsità. Sul modello io non sono omofobo ma...pezzi estratti a caso da linee guida dell'OMS, e, come classico metodo di comunicazione, mettere cose false in mezzo a cose vere che però di per sé non sono un qualcosa per cui indignarsi. Mai nel mio paese avrei immaginato che la storia non avesse insegnato nulla, ieri gli ebrei con la teoria che questi volevano governare tutto grazie alla loro potenza economica, oggi con la sciocchezza della teoria gender che si sta diffondendo, secondo lui, a macchia d'olio, facendo tra altro andare via, per fortuna diverse persone indignate, ma facendone restare sedute altre.

Come ha scritto un docente universitario presente alla serata “mi sembra un incredibile affastellamento confuso di illazioni (per es., l'informazione sul "toccarsi" ai bambini di 0-4 anni previsto dalle Linee guida dell'OMS sarebbe da depravati), scandalismi (foto di uomini in vestiti e biancheria intima femminili,foto di moda tra altro, che a molti del pubblico fa dire "che schifo", "assurdo", "ma dove dobbiamo arrivare?!", "è davvero una vergogna" e insomma tutto ciò che mio nonno diceva quando vedeva una donna con i pantaloni o che fumava o col rossetto), inesattezze (ci sarebbero persone che, ininterrottamente, "un giorno si percepiscono come uomo e il giorno seguente come uomini") e banalità che pretendono di denunciare "l'irrazionalità" e la "vergogna" di chi crede nel genere (cioè la percezione di sé, sulla base delle categorie socio-culturali all'interno delle quali si vive, come uomo o donna indipendentemente dal sesso, ovvero dalla classificazione, su base fisico-biologica, in maschio e femmina). La percezione di sé, secondo l'avvocato Amato, non conta (è la stessa obiezione che veniva fatta una volta alle donne che si percepivano uguali, per capacità e intelligenza, agli uomini...).”

Peccato che le linee guida dell’OMS parlino dello sviluppo sessuale dei bambini e ne parlino sia l’unione pediatri per amico https://www.uppa.it/speciali/educazione-sessuale/    sia l’ordine psicologi del Lazio , ma non bastasse ciò ecco il documento ufficiale dell’OMS http://www.aispa.it/attachments/article/78/STANDARD%20OMS.pdf dove a pagina 22 si parla de “Lo sviluppo psicosessuale nell’infanzia e nell’adolescenza” , altro che imposizione di non so quali riti sessuali a scuola.

Poi leggo su un giornale nazionale che la regione Lombardia vuole fare l’ennesimo convegno anti-gay ed a questo convegno  è invitata l’autrice di un libro dal titolo “sposati e sii sottomessa” che si rifà, evidentemente,  alla Christian Domestic Discipline (http://www.huffingtonpost.it/2013/07/05/christian-domestic-discipline_n_3550121.html

   http://www.huffingtonpost.it/2015/01/21/adinolfi-donna-sottomessa_n_6513662.html  )

  e alle parole di Adinolfi, rilasciate in un’intervista facilmente reperibile attraverso i motori di ricerca, il quale afferma che la donna deve essere sottomessa all’uomo.

Poi leggi le critiche ad una delle parti della legge sulla buona scuola, una delle poche, che, secondo noi,  va bene, cioè i comma 7 e 16 che parlano di pari opportunità, di lotta al bullismo, le quali rinviano alla legge sul femminicidio che sarebbe l’attuazione della Convenzione di Istanbul  (http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/8_marzo_2014/convenzione_Istanbul_violenza_donne.pdf)  che tratta di prevenzione e la lotta contro la  violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, e fai pensieri cattivi sulle vere intenzioni di queste persone.

Quello che molto mi colpisce è il silenzio dei partiti come il Pd, Sel , Altra Europa che, su questa vicenda, non intervengono facendo informazione. Evidentemente conta altro per loro, magari per alcuni conta di più sostenere Renzi o combatterlo, non accorgendosi di quello che accade in questo tempo, in questo luogo e in che modi.

Insomma fanno come quelli che distolsero lo sguardo dalle tragedie che il fascismo e il nazismo si apprestavano a cominciare.

Meno male che allora i Gramsci, i Togliatti, gli studenti cristiani de La Rosa Bianca si opposero, anche se non fu sufficiente.

Net Left, insieme ad altre associazioni, continuerà a fare vera informazione tra la gente indicando leggi, convenzioni europee e tutti gli istituti giuridici che parlano di queste argomenti indicandone le fonti primarie dai siti istituzionali della Repubblica Italiana e dell’Unione Europea e non da siti che incitano all'odio, edulcorano la realtà o estrapolano frasi. ‪#‎rompiamoilsilenzio

 

 

Lì 19/08/2015

L’ufficio stampa

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sab

15

ago

2015

Teoria gender inesistente:No all'indifferenza di fronte ai seminatori di odio

Assistiamo sconcertati da qualche tempo a questa parte a un fenomeno che non è nuovo nello scenario politico di questo Paese e che si ripete ciclicamente nei periodi di crisi, quello che vede l’ascesa di alcuni “personaggi” che vogliono costruirsi o ricostruirsi una carriera politica basandosi sulle paure degli altri che stavolta, con la scusa di difendere la famiglia tradizionale (ma da cosa?), con la scusa di esportare nella politica valori cristiani di cui spesso dimenticano la sostanza riducendoli a una forma, hanno tirato fuori una fantomatica teoria o ideologia gender che sarebbe messa in campo dalle potentissime “lobby gay” (talmente potenti che per ottenere il riconoscimento delle unioni civili per persone dello stesso sesso si è dovuta scomodare persino la Corte Europea dei diritti dell’uomo) secondo la quale si starebbero introducendo delle metodologie per annullare i generi maschile e femminile e ridurli a uno stereotipo del passato partendo dalle scuole, qualcuno vaneggia addirittura corsi di masturbazione intensiva all’asilo.

Non esistendo di questa teoria  nessuna traccia in alcun libro, se non  in alcuni di opinione scritti da personaggi in cerca di notorietà, che non indicano le fonti originali di questa teoria, né l’autore,  indicano nella Convenzione europea di Istanbul e nel comma 7 e nel comma 16 dell’unico articolo sulla buona scuola le fonti. Ma basta fare una ricerca sui testi, facilmente reperibili sul web, per comprendere come tutte queste fonti parlino di battaglia contro il bullismo e le discriminazioni. In particolare nel Comma 16 della legge sulla Buona scuola vi è scritto: “ il piano triennale dell'offerta formativa assicura l'attuazione dei principi di pari opportunità promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l'educazione della parità dei sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni, al fine di informare e sensibilizzare gli studenti, i docenti e i genitori sulle tematiche indicate dall'articolo 5 comma 2 del dl 93 del 2013 convertito con legge 119 del 2013”. La legge 119 del 2013 è quella sul femminicidio, legge fondamentale per punire un reato odioso e di cui troppe donne, negli ultimi anni, sono state vittime. Mentre la convenzione di Istanbul parla di prevenzione della violenza domestica e contro le donne.

Il sospetto è che affermando che vi sia una teoria gender di cui aver paura, in realtà si voglia abolire la legge sulla buona scuola (che per inciso ha molti punti critici) nella parte in cui si vuole combattere il bullismo e nella parte in cui si vuole prevenire la violenza, combattere le discriminazioni e attuare i principi di parità uomo-donna, cercando di non far crescere dei cittadini consapevoli che i due generi, uomo-donna, hanno gli stessi diritti e devono avere le stesse possibilità lavorative.

In questi giorni in tre comuni del palermitano si stanno organizzando seminari su una teoria che non esiste, ma la cosa più grave è che il sindaco di Santa Flavia ha dato il patrocinio all’iniziativa in cui l’odio la fa da padrone.

Non si può girare la testa come fecero Gran Bretagna e Francia durante l’ascesa del nazismo che predicava l’odio verso gli ebrei e poi intervennero quando era troppo tardi, dopo che la Germania, dopo aver annesso Boemia, Renania e Austria, attaccò la Polonia.

Le opinioni diverse vanno rispettate, le bugie basate sul nulla no, specialmente quelle che seminano odio come dimostra l’aggressione al ragazzo di Genova perché scambiato per gay. Facciamo appello a tutte le forze sane e democratiche, cristiane e laiche affinché si elevi forte una resistenza contro i seminatori d’odio, non ci si può girare dall’altro lato, bisogna affrontare a viso aperto guardando negli occhi questi personaggi che puntano alle paure delle persone.

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ven

12

giu

2015

Appello: il 27 giugno  a Roma per la transizione possibile

Appello

Cosa, Come, Perché Fare.
La transizione Possibile Laboratorio di idee per la trasformazione della politica

Le associazioni firmatarie dell’appello invitano ad una giornata di discussione e dibattito sulla trasformazione della politica nel nostro paese per il 27 giugno a Roma.

La grande crisi strutturale che il mondo sta attraversando necessita di risposte politiche di nuova generazione. Le vecchie forme, le vecchie soluzioni non bastano più neanche a garantire una sufficiente redistribuzione di ricchezza tra tutte le persone, ma soprattutto acuiscono le contraddizioni che hanno portato alla attuale crisi.

La crisi che stiamo vivendo riguarda non solo i meccanismi produttivi e le forme del lavoro, con un’accumulazione planetaria di potere, proprietà e capitali finanziari nelle mani di pochi, ma le stesse finalità del produrre, il loro scopo e le loro logiche, sia sul piano sociale sia sul piano della sostenibilità del fare.

Abbiamo bisogno di ripensare le nostre società, abbiamo bisogno di una transizione dallo stato attuale a nuove forme di convivenza, di utilizzo delle risorse, di compatibilità del fare umano con l’ambiente, i cicli vitali e tutti i viventi senza distinzione di specie. Ci sono nuove alternative da immaginare e organizzare per garantirci ancora una volta un futuro.

La transizione deve tenere conto delle potenzialità che oggi il sapere umano ha a disposizione per creare un modello di vita che sia orientato alla condivisione, alla cooperazione, all’autodeterminazione orientati dalla consapevolezza che dovrà sempre di più avere il nostro fare umano.

Le conoscenze a cui siamo arrivati ci impongono di comprendere dove stiamo andando. Le scelte della politica di domani dovranno passare “dal saper come al sapere perché fare”.

Lavoreremo con 5 gruppi di lavoro per mettere a punto griglie e proposte, connettere battaglie, lotte e impegni nella ricostruzione di un nuovo saper fare, della politica nuova di cui c’è bisogno.

1. Economie della sostenibilità e della condivisione
2. Riorganizzazione sociale e dei territori
3. Le libertà nell’era digitale
4. Ruolo delle politiche pubbliche in Europa.
5. Nuove Forme di partecipazione e decisione

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ven

05

giu

2015

Crocetta si attivi per far rispettare la sentenza della Corte

Con la sentenza 65/2015 depositata il 17 aprile  la Corte Costituzionale dichiara che non spettano allo Stato, ma alla Sicilia, alla Valle D’Aosta e alle province autonome di Trento e Bolzano, le maggiori entrate derivanti dall’aumento delle accise sull’energia elettrica che il Decreto Legge del 2012, c.d. Cresci Italia affidava allo Stato.

Si tratta di 235 milioni di euro che sono come manna dal cielo – dichiara Luca Lecardane coordinatore dell’associazione Net Left - per una regione disastrata e quindi chiediamo al Presidente Crocetta di attivarsi immediatamente con il governo nazionale per farsi restituire questi soldi e così dimostrare di non essere succube del governo nazionale e lo invitiamo, visti gli accadimenti degli ultimi due anni per cui il governo Renzi ha tolto tante centinaia di milioni di euro alla nostra Sicilia,  a far pesare l’autonomia del nostro Statuto nei confronti dello Stato centrale


Lì 18/04/2015

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lun

26

gen

2015

L’assessore Baccei certifica il disastro della Sicilia

L’assessore al bilancio Baccei nella stesura del D.P.E.F. regionale certifica senza possibilità di dubbio, il fallimento dei governi regionali e dei suoi assessori al bilancio (con un’eccezione quella di Franco Piro che stava aggiustando i conti della regione ma lo fecero subito fuori)  degli ultimi venti  anni.

L’assessore al bilancio della regione siciliana Baccei nella stesura del D.P.E.F. regionale certifica senza possibilità di dubbio, il fallimento dei governi regionali e dei suoi assessori al bilancio (con un’eccezione quella di Franco Piro che stava aggiustando i conti della regione ma lo fecero subito fuori)  degli ultimi venti – trenta anni – a scriverlo Luca Lecardane coordinatore regionale dell’associazione Net Left  Sodalizio impegnato a promuovere l’unità della sinistra e il confronto tra le sue diverse sensibilità.  Quello che scrive Baccei è devastante e sottolinea come la logica emergenziale con cui si sono affrontate le questioni senza un minimo di programmazione, così come i tagli orizzontali alla spesa,hanno peggiorato il quadro economico con crolli dei consumi delle famiglie persino per nutrirsi o curarsi, calo del PIL del 7,4%, cali della produzione in tutti i campi, dall’agricoltura al settore servizi aumento della disoccupazione. Il tutto, e lo dice l’assessore mandato da Roma, ingigantito dalla sottrazione di risorse che il governo centrale sta applicando alla Sicilia che, come scritto da noi negli ultimi mesi, ammontano a circa a tre miliardi di euro, con la gentile collaborazione del Presidente  Crocetta.
Non si vede nemmeno luce in fondo al tunnel, anzi le prospettive sono ancora più fosche e i dati  sulla disoccupazione e sulla povertà, superiori del triplo rispetto a quelli nazionali, già di per sé disastrosi, corrono il rischio di aumentare.

Trenta anni di malgoverno a cui Partito Democratico, Forza, Italia, UDC, Nuovo Centro Destra, Articolo 4, Democratici riformisti hanno contribuito col gentile aiuto di una grossa fetta di siciliani che, spinti dalla necessità  e dalla voglia di cercare le vie più facili,hanno creduto alle promesse elettorali più mirabolanti, senza analizzare fattibilità  e sostenibilità dei programmi e, ovviamente, con l’aiuto della mafia  che ha voluto mantenere nel sottosviluppo la Sicilia spesso col beneplacito della politica e, con un aiuto decisivo dei  governi nazionali.  Crocetta , Baccei, l’assessore Vancheri indicata da Confindustria e tutti gli altri di preciso cosa stanno facendo per cambiare rotta? Ci chiediamo:ma i parlamentari nazionali siciliani dove sono? oppure dobbiamo andare a chi l’ha visto? Facciamo appello – conclude Lecardane -alla parte sana di questa Sicilia, ai cosiddetti civatiani, a SEL, la Rete socialista del socialismo europeo ai sindacati dei lavoratori e dei datori di lavoro dell’agricoltura, degli artigiani, dei commercianti, alle tante associazioni e movimenti territoriali come Alcamo bene Comune o Cambiamo Messina dal basso, Officine Siciliane (a cui chiediamo davvero pensate che vi dovreste occupare solo del vostro territorio?) e alle associazioni degli universitari e degli studenti medi,  di mettere da parte i propri particolarismi e di essere generosi verso la Sicilia per iniziare un percorso collettivo virtuoso che crei un serio progetto politico, questo è il compito che come Net Left a livello regionale e nazionale ci siamo dati, unire per cambiare le cose

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mar

13

gen

2015

Contrattisti Pubblica Amministrazione persone e non numeri

L’associazione nazionale Net Left attraverso il coordinatore regionale Luca Lecardane e la coordinatrice del circolo  bagherese Giusy Sanfilippo esprime solidarietà ai 32 contrattisti bagheresi della Pubblica Amministrazione che, nonostante l’Ars abbia detto si alla proroga, ancora attendono da parte del Ministero dell’Interno, ed in particolare della Commissione per la finanza e gli organici degli enti locali l’ultima parola, necessaria, ai sensi dell’ articolo 259 del testo Unico degli Enti Locali Legge 267/2000, per proseguire nell’assunzione, visto il dissesto. Ci chiediamo cosa stiano facendo i commissari liquidatori che vengono pagati dai cittadini bagheresi mandati qui a gestire il dissesto. L’associazione Net Left attraverso i propri punti di riferimento alla Camera dei Deputati chiederà di accelerare sull’iter burocratico  al Ministero dell’Interno, le persone non sono numeri, e spesso le famiglie dei contrattisti sono monoreddito . Chiediamo inoltre all’amministrazione comunale e a tutte le forze politiche di utilizzare i propri parlamentari di riferimento per chiedere al ministro dell’Interno particolare attenzione sulla vicenda, non crediamo che su questo maggioranza ed opposizione si possano dividere, non sul destino delle persone.

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mar

09

dic

2014

Ponte sullo Stretto, un dirigente zelante e le penali non dovute.

Questo articolo potrebbe iniziare citando il titolo della celebre raccolta di Stephen King, “A volte ritornano”, non solo per la ciclicità con cui si presenta l’argomento che tratteremo e che il titolo suggerisce ma anche perché rappresenta  per i siciliani un racconto horror senza fine: parliamo di Ponte sullo Stretto, fatto tornare alle luci della ribalta da Renzi prima e Lupi poi e presentato come il rimedio 
universale a tutti i mali che affliggono il Sud e la Sicilia in particolare usando come spauracchio l’argomento delle penali che il nostro Paese sarebbe costretto a pagare qualora il ponte non dovesse essere costruito (700 milioni di euro).

Tuttavia questa tesi non convince tutti. Non è di questo avviso l’ingegnere Gaetano Sciacca, ex capo del Genio Civile di Messina il quale, intervistato in una nota trasmissione televisiva e anche da noi,  fa presente che sono due gli aspetti che fanno pendere la bilancia dalla parte del no, uno di natura legale legata alle penali e uno di natura tecnica. Ma procediamo con ordine.

Il primo riguarda i 700 milioni di euro, che l’Italia dovrebbe ad Eurolink, il General Contractor, cioè  il consorzio di imprese con a capo Impregilo che avrebbe dovuto costruire il Ponte. Tuttavia non esiste un progetto definitivo né un progetto esecutivo dell’opera:  il Cipe non ha dato parere che per la Legge obiettivo è obbligatorio, il Via (Valutazione di impatto ambientale) ed il Vas (Valutazione ambientale Strategica) non sono state rilasciate. Inoltre l’ammontare della penale è frutto di un accordo postumo tra Euro link (particolarmente Impregilo impresa capofila) e la società Stretto di Messina s.p.a. (Concessionaria interamente pubblica), società appaltatrice dello stesso. Prima di questo accordo, la penale ammontava al costo di progettazione più il 5% aumentata al 10% in seguito (anche questo aumento è illegittimo perché avvenuto dopo l’espletamento del bando e quindi si sono cambiate le regole dopo la gara).

Inoltre  all’interno del progetto si parla di project financing, quindi di un’opera alla cui partecipazione dovrebbero partecipare capitali pubblici e privati, ma finora non si sono trovati questi ultimi.

Passiamo alle problematiche di natura tecnica. Uno studio condotto da trenta esperti che hanno analizzato l’opera sotto diversi punti di vista e che esprimono parere negativo alla costruzione dell’opera  per il gravoso impatto ambientale sull’ eco-sistema marino ( tra altro, l’Italia è soggetta a procedura di infrazione da parte dell’UE proprio per l’impatto ambientale che avrebbe il Ponte sull’ecosistema dello Stretto); l’impatto economico del progetto che era positivo ma con una previsione di crescita tra il 4% ed il 14% (già allora drogato, ma che oggi addirittura è improponibile essendo l’Italia in recessione); non si è assolutamente certi che non vi siano situazioni di instabilità dovuta ai movimenti tellurici; infine dal punto di vista del dissesto idrogeologico.

Inoltre l’ingegnere Sciacca ha inviato  una nota il 28/10/2011 – poi ribadita ed ampliata con una del 10/11/2011-  agli organi preposti, in cui viene spiegato che  a seguito dell’istruttoria eseguita da parere negativo  in quanto non sono previsti nel progetto sistemi di messa in sicurezza adeguati alla natura del territorio e sono presenti gravi errori di progettazione. (Nel dettaglio: la sicurezza degli attraversamenti delle fiumare,  caratterizzate da elevata pendenza dell’alveo con conseguenti colate di fango in presenza di eventi atmosferici accompagnati da pioggia, deve essere legata alla messa in sicurezza dei sottesi bacini idrografici, con adeguate opere di presidio vista la particolare fragilità idrogeologica del territorio.  In secondo luogo la consistenza dei terreni lungo i versanti interessati dai lavori è bassa e la localizzazione dei siti di recupero ambientale, nome altisonante per indicare in realtà le discariche di inerti provenienti dagli sbancamenti per la costruzione del Ponte, è sbagliata perché  non sono indicate le piste di servizio per raggiungerli in sicurezza e il recapito finale delle acque di raccolta di queste aree avviene negli alvei strada, cioè nelle strade sottostanti i siti ove quindi sarebbero raccolte i materiali inerti che scenderebbero a valle in caso di eventi atmosferici di alta magnitudo, provocando notevoli danni a cose e persone.  Infine i tre assi viari dove verranno indirizzati i mezzi gommati pesanti del cantiere, essendo alvei tombinati, cioè alvei torrentizi ricoperti di cemento e asfalto per potere essere percorsi, presentano dei problemi  strutturali e idraulici: per i primi infatti andrebbe verificata la staticità ed essendo carenti dal punto di vista strutturale, l’ulteriore aggravio di traffico potrebbe comprometterne la stabilità; i secondi discendono dal fatto che sia indispensabile una messa in sicurezza dei bacini sottesi ai torrenti strada)

Eppure le somme impegnate per un’opera che presenta tutte queste criticità potrebbero essere impiegate in progetti per la Sicilia e la Calabria come la costruzione di interporti, fondamentali vista la posizione della Sicilia al centro del mediterraneo, o per il rafforzamento e manutenzione di strade e ferrovie oggi completamente disastrate in Sicilia dove il governo Renzi ha stanziato solo 60 milioni di euro per tutto il sud mentre per il centro-nord ne ha stanziati 4,6 miliardi di euro. E la messa in sicurezza dal punto di vista idrogeologico dell’intero territorio siciliano visti gli ultimi eventi che si sono abbattuti nell’isola.

Eppure nonostante tutti i problemi che quest’opera presenta a fare un passo indietro non sono i nostri politici ma chi meglio di chiunque altro conosce il problema, proprio l’ingegner Sciacca declassato appunto ad “ex” responsabile della protezione civile per non essersi  piegato alle lobby messinesi che volevano costruire ovunque e senza regole e che si è saputo sostituire all’inefficienza della politica. Un funzionario pubblico che non ha piegato la schiena davanti i palazzinari e, per questo, attaccato dalla politica e dagli stessi che lo hanno accusato di voler fermare lo sviluppo di Messina. Ma come si spiegherebbero allora i 22 appalti completati e gli 8 da completare per un totale di circa 100 milioni di euro?  Lo chiamavano il “signor NO” eppure dopo la frana di Giampilieri convinse alcuni cittadini a vedersi abbattere le proprie case senza che vi fossero contenziosi, per mettere in sicurezza la zona. L’ingegnere Sciacca denunciò, insieme ad altri, la possibilità che un viadotto dell’autostrada potesse venire giù visto che presenta oggi evidenti segni di cedimento strutturale e considerato tra l’altro che se dovesse collassare  si  abbatterebbe su un’area dove vivono migliaia di persone. Lo accusarono di essere catastrofista ed allora, ci chiediamo, perché auto e tir passano su una sola corsia se non è pericoloso?

Oggi il Presidente Crocetta lo ha spostato dall’ufficio del genio civile di Messina, con la scusa della rotazione dei dirigenti, promettendogli la direzione dell’UREGA (L’Ufficio regionale per l’espletamento di gare per l’appalto di lavori pubblici), posto per cui ci vorrebbe una laurea in giurisprudenza peraltro, ma ad oggi l’unico soggetto a rotazione è stato lui e non è neanche  direttore dell’Urega, ma un funzionario senza un ufficio. Lo stesso Crocetta vuole che sia applicata una leggina del 2003, approvata dal governo Cuffaro, che permette di iniziare a costruire subito dopo il deposito del progetto, prima ancora che il genio civile possa dare parere. Il genio civile, secondo la legge, potrebbe intervenire successivamente per  abbattere l’edificio qualora  violasse norme di sicurezza antisimiche o norme contro dissesto idrogeologico.  Immaginatevi quanti anni dovrebbero passare per fare in modo che l’edificio sia abbattuto e nel frattempo cosa potrebbe succedere. L’ingegnere Sciacca ha bloccato  lottizzazioni, centri commerciali e palazzine nella valletta del torrente Trapani e tante altre proposte vergognose in 50 aree a rischio. Questo funzionario pubblico ha fermato le costruzioni  in aree a rischio e la Magistratura, affermando il principio per cui la legge non è valida nelle aree a rischio perché vi è un interesse superiore, gli ha dato sempre ragione contro i ricorsi fatti dai costruttori . Questo, ovviamente, gli ha procurato non poche inimicizie tra le lobby messinesi. Insomma l’Ingegnere Sciacca ha rotto il giocattolo degli amici e degli amici degli amici compresi i politici.

Fu nominato commissario ad acta del Consorzio autostrade siciliane solo per tre mesi ma nonostante la brevità del tempo e nessun potere per intervenire   nel tratto compreso tra Boccetta e lo svincolo di Villafranca, visto che in caso di piogge intense quel tratto di strada diventava pericoloso, fece mettere l’asfalto drenante.

Insomma un’altra storia, tra tante altre che non conosciamo ma che sicuramente esistono, di interessi “altri” che diventano più forti del buonsenso, della buona politica, del benessere dei cittadini, della meritocrazia.

All’ingegnere Sciacca, recentemente, è stato consegnato il premio Colapesce.  Secondo la leggenda più diffusa, scendendo in profondità, Colapesce vide che la Sicilia posava su 3 colonne, delle quali una piena di vistose crepe e segnata dal tempo e così decise di rimanere sul fondo del mare per sorreggere questa colonna.

Vogliamo concludere questo articolo con una frase che spesso l’ingegnere ha ripetuto nel corso di altre interviste e anche a noi al telefono: “il futuro del paese è nella rigenerazione urbana, nel recupero edilizio e nella messa in sicurezza”

Noi riteniamo che la Sicilia e questa Italia abbiano bisogno di tanti Sciacca/Colapesce per sorreggerle con onestà, competenza, capacità. A voi le conclusioni.

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mar

09

dic

2014

Critiche e proposte su "La Buona Scuola"

Ogni  governo ha sempre la sua riforma della scuola, mai nessuna ha colto, a mio parere,quasi mai le vere questioni da affrontare. Nemmeno la “Buona Scuola” lo fa

Il ministro Giannini, con la Riforma denominata “La Buona Scuola” avrebbe voluto  diminuire di un anno il liceo per parificare il sistema scolastico italiano a quello europeo.

Peccato che non sia vero che i sistemi scolastici europei abbiano un anno in meno, o se ce l’hanno, è dovuto al fatto che abbiano ore in più durante l’anno scolastico.

Ma vediamo nello specifico i sistemi scolastici dei maggiori paesi europei, tenuto conto che in Italia tutto il sistema scolastico è formato da 5 anni di elementari, 3 di medie e 5 di scuola superiore per un totale di 13 anni dai 6 ai 18 anni.

Il sistema spagnolo è diviso in tre parti: Educazione infantile (da 0 a 6 suddivisa in 2 cicli), Educazione primaria da 6 a 12 anni suddivisa in 3 cicli; Educazione secondaria obbligatoria – ESO – da 12 a 16 anni suddivisa in 2 cicli. Poi gli studenti possono scegliere fra tre vie che durano due anni. Facciamo i conti ? dai 6 ai 18 anni anche in Spagna

Nel sistema tedesco a sei anni si va a scuola (però con 6 mesi di ritardo rispetto in Italia). Per i bambini con problemi di apprendimento, con handicap fisici o disabili ci sono scuole particolari, a volte a tempo pieno, dove i bambini imparano un mestiere. Il sabato è spesso libero. Per completare le 28/30 (o più) ore (formate da 45 minuti) di lezioni settimanali si fanno anche fino a 8 ore al giorno, cioè con rientri pomeridiani o fino alle ore 15 / 15.30. L’obbligo scolastico dura da tempo fino ai 16 anni. E siamo arrivati al triennio delle superiori (Oberstufe) che porta alla maturità  . Il triennio prepara all’esame di maturità. Facciamo i conti ? addirittura 13 anni e mezzo.

Nel sistema scolastico francese gli insegnamenti primari e secondari sono gratuiti, misti, laici e obbligatori dai 6 ai 16 anni e per accedere all’università bisogna fare altri due anni per raggiungere le attestazioni di studio Bac che permettono di entrare all’università. Anche qui 13 anni di studio.

Nel sistema inglese vi sono tre cicli di studio il primo inizia a 4/5 anni; il secondo a 11 ed il terzo dai 16 ai 18 anni. Facciamo i conti anche qui ? 14 anni, quindi un anno in più rispetto all’Italia

Quindi il Ministro o non sa di cosa parla quando spaccia la diminuzione di un anno del ciclo degli studi come un allineamento all’Europa oppure è in malafede. Per fortuna questo progetto è stato messo da parte dal governo.

La cosiddetta “Buona Scuola” si basa su dodici punti di cui analizziamo alcuni più critici:

1- Una scuola senza precari, il governo Renzi mira, infatti, ad assumere 150mila insegnanti entro settembre 2015. Queste assunzioni sono molto importanti ma circa 100mila aspiranti  docenti  rimangono fuori dalle GaE (graduatorie a esaurimento), docenti, anche loro abilitati: sono docenti formati attraverso i corsi di Tfa (Tirocinio formativo attivo) e i Pas (percorsi abilitanti speciali). Poi ci sono gli idonei all’insegnamento, che hanno superato i concorsi pubblici. E poi tutti coloro che hanno conseguito il diploma magistrale prima del 2001. Noi riteniamo sia importante formare una graduatoria unica per non lasciare fuori nessuno e fare in modo che la scelta dei 150.000 docenti sia portata avanti in maniera più equa.
2-Niente più liste d’attesa, si diventerà docente di ruolo solo tramite concorso. Oseremmo dire finalmente così da non produrre più precariato;
3- Niente più supplenze, con il piano assunzioni infatti la scuola disporrà di un team di docenti che andranno a coprire le ore vacanti nelle varie classi, garantendo così una continuità didattica;
4- Pagelle ai professori, compensi e autovalutazione della scuola rientrano tra le novità. Due docenti su tre avranno 60 euro in più in busta paga a secondo del merito, del lavoro svolto in classe e dell’autovalutazione finale che farà la scuola a cui appartengono. Riteniamo molto lacunoso questo punto e riteniamo sia sbagliato dare pagelle ai professori che, secondo questo criterio, concorreranno fra loro senza per questo garantire maggiore impegno e “produttività”  ;
5- Corsi di aggiornamento di formazione continua per i docenti a fine di poter dare un insegnamento migliore agli studenti. Siamo d’accordo, ma ne parliamo in seguito per approfondire;
6- Una scuola trasparente, dovranno, infatti, essere pubblicati budget, valutazione e progetti finanziari di ogni istituto e dovrà esserci un registro nazionale dei docenti in modo tale che i presidi possano scegliere i docenti più meritevoli di essere assunti a fine di dare agli studenti un’offerta formativa migliore. Questo punto non è chiaro, sembra che i docenti siano scelti dai dirigenti scolastici in maniera arbitraria. Noi riteniamo che debbano essere scelti dalla graduatoria, chi garantisce che un dirigente sia onesto nelle scelte e non scelga in base a sesso, razza, religione oppure opinioni politiche?
7- Abolizione delle pratiche burocratiche;
8- Piano di co-investimento per dare alle scuole italiane la banda larga veloce e il wifi;
9- Introduzione della musica e dello sport nelle scuole primarie e aumento delle ore di storia dell’arte nelle scuole secondarie;
10- Studio delle lingue straniere dalle elementari. ;
11- Più dialogo col mondo del lavoro, con stage per gli studenti di quinta e alternanza scuola-lavoro obbligatoria per gli studenti degli ultimi tre anni degli istituti tecnici;
12- Finanziamenti privati alle scuole. Non siamo d’accordo, nessuno investe senza avere nulla in cambio. L’unico investimento accettabile potrebbe essere quello di un’azienda che ha bisogno di determinati tipi di manodopera  e che investe in Istituti tecnici industriali.

In realtà le questioni da affrontare in una riforma della scuola sarebbero ben più importanti e profonde e andrebbero divisi per tematiche:

-L’apprendimento: è noto  che la curva di attenzione nei confronti di qualcuno che spiega o che parla è di dieci – quindici minuti come risolvere il problema?

Riducendo l’ora di lezione a 45- 50 minuti come in alcuni paesi europei;

Insegnando ai docenti tecniche per ridestare e stimolare l’attenzione degli studenti;

In questo ambito si inserisce la questione delle vacanze estive, troppi tre mesi per non dimenticare molte delle nozioni imparate durante l’anno, specie in materie tecniche come la matematica e la fisica. Negli altri paesi europei si distribuiscono le ferie in maniera più omogenea  con ferie a metà marzo, metà novembre oltre le classiche natalizie e pasquali e con ferie estive di 6-7 settimane.

– La riforma dei programmi:ad esempio penso sia incomprensibile il mancato studio di eventi molto importanti per la storia dell’umanità che hanno ricadute su quella italiana come la seconda guerra mondiale, gli anni di piombo e la Glasnost. Bisogna reintrodurre l’educazione civica nelle scuole per rendere gli studenti maggiormente consapevoli del loro essere cittadini e dei loro diritti e doveri;

-Il diritto allo studio: la legge di stabilità taglia i fondi a regioni e comuni, i quali dovranno o aumentare le tasse oppure tagliare servizi come ad esempio: le borse di studio, l’assistenza igienico personale nelle scuole per i disabili che viene fornita dai comuni e dalle scuole (ma queste ultime non hanno fondi), taglio delle ore degli insegnanti di sostegno o di assistenti alla comunicazione per gli studenti in difficoltà. Questo taglio vanifica i 150milioni di euro per l’università. Io penso che servano:borse di studio a copertura  totale comprensive di costo dei libri e biglietti per i mezzi pubblici per le fasce deboli.  La borsa di studio dovrebbe essere fornita in beni materiali (ad esempio esenzione epr qualsiasi tassa, fornitura di libri in comodato d’uso gratuito etc..) per evitare abusi e furberie. Tale intervento dovrebbe essere limitato negli anni ad esempio per le elementari a 7 anni poiché potrebbe capitare una defaillance durante gli anni di studio;

-Gli stipendi degli insegnanti: mediamente gli insegnanti europei guadagnano più di quelli italiani che ne guadagnano 23.000. Solo per fare un esempio quelli tedeschi guadagnano 43.000 euro,  quelli inglesi 32.000 euro, quelli francesi 29.000. Il tutto a fronte di maggiori ore di lezione nella scuola primaria e nella scuola secondaria superiore e uguale alle medie e tenuto conto che, ovviamente, il lavoro degli insegnanti non si conclude di certo con le ore di lezione, ma continua a casa o a scuola in varie forme;

– Edilizia scolastica: serve un piano nazionale per l’edilizia scolastica e universitaria, lo stato dei laboratori, delle palestre e degli edifici scolastici in generale specialmente al sud è disastroso;

-Collegamento scuola-lavoro: serve maggiore collegamento tra la scuola ed il lavoro prendendo ad esempio il sistema tedesco, specialmente negli istituti tecnici;

-Abolizione dei finanziamenti alle scuole private, poiché riteniamo sbagliato dare soldi a privati, a meno che quella determinata scuola sostituisca davvero una scuola pubblica facendone le veci;

-Semplificazione degli indirizzi scolastici: sono troppi, bisognerebbe armonizzarli e semplificarli;

-Diritto alla formazione e all’aggiornamento degli insegnanti: già in parte presente nella riforma, a mio parere, andrebbe ampliato e con lo studio sia  da parte di chi deve iniziare la carriera sia per gli insegnanti dei metodi di insegnamento, pedagogia dei contesti formali, pedagogia speciale e similari.

Vi sono alcune parti positive della riforma come le assunzioni di una parte dei precari storici (a parte il diritto all’aggiornamento come scritto prima), ma la questione scuola è molto più ampia e deve essere affrontata in maniera più radicale.

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sab

22

nov

2014

Giunta nuova politica vecchia:no alle trivelle no ad un nuovo mutuo

Sarà anche cambiata la giunta, ma le politiche di Crocetta il Presidente rivoluzionario in realtà di rivoluzionario non hanno nulla,tutt’altro, le sue politiche e quelle  della sua maggioranza, PD, UDC,  Articolo 4,   Democratici riformisti siciliani, PSI e  Sicilia Democratica sanno molto di vecchio – ad affermarlo il coordinatore regionale dell’associazione nazionale Net Left. Crocetta avvalla la distruzione dell’ambiente attraverso i permessi per trivellare con un accordo non molto chiaro con Eni, accede ad un altro mutuo di due miliardi che non permetterà alcuna diminuzione di Irpef e Irap per famiglie ed imprese, imposte già  ai massimi, venendo meno a ciò che disse in campagna elettorale e in vari interventi in questi ultimi anni. Tutto questo si inserisce nei dati drammatici che recentemente Banca D’Italia ha fornito circa la disoccupazione (22,4%) e soprattutto il tasso di occupazione è del 39% e il futuro è sempre più buio. Inoltre sembra sia previsto un altro prelievo da parte dello Stato centrale di un miliardo di euro nel 2015, insomma metà del mutuo a cui la Sicilia sta per accedere. Ci chiediamo se davvero sia necessario il mutuo o se, ancora una volta, la Sicilia non sia diventata, oltre che serbatoio di voti, anche salvadanaio di Roma, violando lo Statuto della Regione. Bisogna uscire da questa situazione drammatica investendo sull’ambiente  e sul turismo credendo fortemente nelle energie alternative, facendo marketing territoriale in tutta Europa, bonificando siti ad oggi inquinati come Augusta, combattendo il dissesto idrogeologico ed investendo nel recupero dei centri storici evitando altro consumo del suolo. Siamo convinti – conclude Lecardane -che ci sia  bisogno di riunire tutte le forze associative e tutte le forze politiche che si sono dichiarate contrarie alle trivellazioni in un comitato per raccogliere centinaia di migliaia di firme contro questo scempio

 

 

Lì 22/11/2014

L’ufficio stampa

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gio

20

nov

2014

Nuovo Gestione Rifiuti a Bagheria: quale la verità?

di Cittadinanzattiva, 
Noi cittadini, Netleft 

 

Da circa 10 anni i cittadini bagheresi  si imbattono, loro malgrado, sulla questione rifiuti senza che ad oggi né la politica regionale né quella ex-provinciale e né quella locale abbiano prodotto alcunché su una chiara ed efficiente sua gestione.
La mala politica clientelare ha trasformato il Coinres in una struttura notoriamente ‘mostruosa’ sotto vari aspetti, con una lievitazione dei costi sino al 100% senza fra l’altro offrire nessun serio servizio, con consuntivi appresso indicati:

anno 2006: da € 5.281.652,10         a € 6.498.800,00 con incremento del 23,04%
anno 2007: da € 5.281.652,10         a € 8.055.818,25 con incremento del 62,43%
anno 2008: da € 5.281.652,10         a € 11.480.016,95         con incremento del 82,88%
anno 2009: da € 5.281.652,10         a € 12.815.016,21         con incremento del 97,42%

Con l’ amministrazione Lo Meo il costo della gestione rifiuti pare sia sceso a 9 mln, con un risparmio di almeno 3 mln;  su volontà della stessa amministrazione (prima delle dimissioni …) è stato già predisposto un piano rifiuti (Aro), approvato dall’assessorato all’energia (aspetto importantissimo), con una previsione di spesa di 6,5 milioni di euro (a parte lo smaltimento).
Pertanto, rispetto ai 13 mln, vi sarebbero circa 6 mln di risparmio, di cui 3 (pare) effettivi e altri 3 se lo stesso piano ARO si attuasse tramite regolare bando ai sensi di legge.
L’attuale amministrazione, per quanto dichiarato sino ad oggi, non vuole assolutamente tener conto di tale piano già approvato (per il quale, si sottolinea, basterebbe un bando per renderlo subito esecutivo, ovviamente con un costo ancora più ridotto a motivo del ribasso d’asta). Ha sostenuto, già a partire dall’insediamento, di volerne predisporre un altro, da rendere esecutivo nell’arco di alcuni mesi. Al contempo pare, invece, che il costo del personale si sia già ridotto notevolmente, per l’impiego effettivo di 70 unità, nettamente inferiore rispetto al passato.
Ciò malgrado, si assiste ad un ulteriore incremento del 5%, della TARI e si evince come il sistema di raccolta non sia cambiato affatto, anzi si è provveduto ad un affidamento ad impresa privata per la gestione rifiuti riguardo ad alcune strade comunali.
Ci chiediamo pertanto:
quale è il nuovo piano rifiuti che l’amministrazione sta mettendo in atto?
Non sarebbe il caso di avviare l’ARO approvato che, oltre al risparmio non indifferente di circa 3 mln, svolgerebbe anche una funzione sperimentale su cui intervenire poi?
E se a breve o medio termine non si dovesse avviare nessun nuovo piano, sprecando maggiori risorse?
Non vi sarebbero le condizioni perché la stessa cittadinanza mettesse in atto procedure di diffida e/o risarcimento ai sensi di legge (tipo il D.Lgs.198/09) oltre quelle, chissà, di mettere in crisi la stessa Amministrazione?
Ci chiediamo, infine, quale è l’attuale regolamento per i rifiuti e il relativo sistema di vigilanza? In che termini l’Amministrazione, con gli assessorati di competenza (LL.PP e Polizia urbana) e anche con l’Asp, si sta muovendo?
Cosa sta succedendo? Qual è la verità delle cose? Cosa si vuole fare?
Si ritiene siano queste domande legittime a cui l’Amministrazione nel suo complesso sarebbe opportuno, anzi necessario desse  risposte chiare e immediate (anche nel contesto del risanamento del dissesto), evitando di spingere i cittadini a far valere i propri diritti nelle sedi opportune.

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mar

18

nov

2014

Appello delle associazioni a Crocetta:”Sui tagli al Sud, fatti sentire!”

Le associazioni  Alcamo Bene Comune, Fiumefreddo Bene Comune, Giarre Bene Comune, Mascali Bene Comune, Net Left, Officine Siciliane , Riposto Bene Comune,  Trapani Cambia sono molto preoccupate circa i tagli effettuati dal governo nazionale nei confronti del Sud e della Sicilia negli ultimi tempi. Dalla sottrazione al Sud di 3,5 miliardi di euro dai fondi UE destinati allo stesso per costituire il fondo per gli sgravi fiscali alle imprese al taglio 2 miliardi di euro alla Sicilia negli ultimi due anni, dal finanziamento delle opere ferroviarie per 4,6 miliardi di euro al centro-nord mentre al sud sono riservati solo 60 milioni di euro all'adozione del principio della spesa storica per lo stanziamento dei fondi per le scuole primarie per il sud che subisce tagli da 700 milioni di euro al taglio di un miliardo di euro per le province nel 2015 (che saranno 2 nel 2016 e 3 nel 2017) che paralizzeranno le province e tutti i servizi che dovrebbe fornire per disabili, manutenzione viaria e altro sembra che vadano tutte nella direzione di penalizzare il sud e la Sicilia con effetti ulteriormente più devastanti in una terra come la nostra dove una famiglia su tre è indigente secondo la Caritas. Riteniamo che il Presidente Crocetta e i parlamentari nazionali debbano  smarcarsi dal governo nazionale e far sentire la propria voce contraria a meno che non siano complici dello stesso . 

 

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sab

08

nov

2014

Net Left esprime  soddisfazione per l’esito della vicenda della scuola Gramsci

Giorno 30 ottobre incontrammo l’assessore alla pubblica istruzione Rosanna Balistreri illustrando le problematiche  della scuola Gramsci sita presso la Casa della Fanciulla. È stato chiesto che i tecnici del Comune verificassero i lavori da effettuare  – ad affermarlo il coordinatore regionale Luca Lecardane e la coordinatrice del circolo bagherese Giusi Sanfilippo - e che il Comune, a fronte di una raccolta fondi effettuata dal circolo mettesse a disposizione le proprie maestranze. In seguito ci risposero da Palazzo Butera che all'interno del Comune non vi sono maestranze. Inoltre ci hanno detto che, essendo in locale privato, il comune non poteva intervenire.

Dopo la decisione di chiusura del Gramsci qualcuno dei genitori si è lamentato con noi dell’associazione Net Left perché noi per primi abbiamo evidenziato alcuni problemi strutturali. A parte che la sicurezza dei bambini e dei lavoratori per noi è fondamentale, non è nascondendoli che i problemi si risolvono ma affrontandoli.  Qualcuno che pensava di strumentalizzare la posizione di Net Left, scaricando su di noi le responsabilità per la chiusura della scuola, ha sbagliato indirizzo e noi rifaremmo quelle scelte e collaboreremo con docenti, famiglie, dirigenti scolastici affinché tutte le scuole di Bagheria, di qualsiasi ordine e grado, siano messe in sicurezza. Siamo molto soddisfatti che  la vicenda si sia risolta positivamente senza bisogno dei doppi turni e con delle soluzioni che permettono ai bambini, ai genitori e a tutti coloro che lavorano nella scuola di frequentarla senza pericoli. Riteniamo necessario che al più presto si facciano ulteriori passi – concludono i due coordinatori – affinché si risolvano i problemi in maniera definitiva e sollecitiamo la dirigente scolastica, che ha avuto parte attiva ed importante nella vicenda, a fare richiesta all’amministrazione per lo stallo temporaneo per i genitori dei bambini disabili. Ribadiamo la nostra disponibilità ad effettuare una raccolta fondi per i lavori necessari nella scuola e di certo non abbandoniamo la questione, noi siamo per la politica della concretezza e che affronta i problemi delle persone anche quelli scomodi e non per quella parolaia, tesa solo alla critica.

 

08/11/2014                                                                                                                                              

L’ufficio stampa

 

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sab

01

nov

2014

Ora il governo cambi marcia e lotti contro il razzismo verso il sud del governo Renzi 

La nuova giunta è nata, speriamo che  Crocetta e la sua maggioranza (PD,DRS, ART. 4, UDC) siano consapevoli che non basta cambiare le persone in Sicilia, serve cambiare politica -  a scriverlo Luca Lecardane coordinatore regionale dell'associazione Net Left. Un piano rifiuti regionale; investimenti nelle energie alternative specie sul solare; un piano di marketing territoriale per pubblicizzare e far conoscere la Sicilia in Italia e nel mondo; un piano di opere pubbliche che abbia l’obiettivo di mettere la Sicilia al centro del mediterraneo per quanto riguarda il trasporto merci, migliorando i porti, le ferrovie e le strade siciliane, creando le autostrade del mare; rimpinguare i fondi da dare ai comuni per le politiche sociali, in particolare per garantire l'assistenza igienico sanitaria e il trasporto dei disabili nelle scuole di ogni ordine e grado; migliorare l’ufficio per  i bandi europei che avrà il delicato compito di implementare la raccolta attraverso la presentazione di progetti, ma riteniamo che debba avere il compito di interfacciarsi con i comuni per verificare la spesa dei fondi; evitare che le attrazioni culturali, come il parco archeologico di Selinunte, chiudano nei giorni festivi sono solo alcune delle proposte che Net Left fa. Inoltre Crocetta fermi il razzismo del governo Renzi nei confronti del sud e della Sicilia: negli ultimi due anni alla Sicilia sono stati tagliati 2 miliardi di euro indebitamente; secondo il Mattino di Napoli il governo Renzi dedica 4 miliardi e settecento milioni al centro nord ed appena 60 milioni di euro al sud per le opere ferroviarie di cui invece il sud avrebbe più bisogno; adotta il principio della spesa storica  per lo stanziamento dei fondi per le scuole primarie e il sud viene penalizzato con tagli da 700 milioni di euro (meno male che c’è un nuovo sottosegretario siciliano alla scuola Davide Faraone sperando che faccia cambiare idea al governo); ed infine taglia del 50% il cofinanziamento ai fondi strutturali provenienti da Bruxelles.  Insomma serve un cambio di rotta totale, – continua Lecardane - invece di fare denunce generiche, ci auguriamo che il Presidente Crocetta inizi per davvero a governare la Sicilia. Certo l’esito della mozione di sfiducia alla quale ben nove deputati non hanno partecipato (di cui fra uno e  tre giustificati) non lascia presagire nulla di buono, anzi, conoscendo le abitudini degli anni passati, faranno pesare il loro non voto, mercanteggiandolo per ottenere favori per i loro territori.

Lì 01/11/2014

L’ufficio stampa

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sab

01

nov

2014

Net Left ha incontrato l’assessore alla Pubblica Istruzione di Bagheria sul Gramsci

In un incontro con l’assessore alla pubblica istruzione Rosanna Balistreri il circolo di Net Left ha illustrato le problematiche  delle classi della scuola Gramsci site presso la Casa della Fanciulla. È stato chiesto che i tecnici del Comune verifichino i lavori da effettuare  e che il Comune, a fronte di una raccolta fondi che farà il circolo per il materiale occorrente, visto la situazione di dissesto, metta a disposizione le proprie maestranze per effettuarli. Inoltre è stato chiesto di verificare la possibilità di creare posti macchina a sosta temporanea per i genitori che devono accompagnare o prendere disabili a scuola o che debbano lasciare disabili in macchina per accompagnare altri figli. La risposta dell’assessore, che ringraziamo per la disponibilità, è stata interlocutoria poiché dovrà verificare in brevissimo tempo, dal punto di vista legale, la possibilità di intervento del  Comune presso una struttura privata quale è la Casa della Fanciulla e con il capo dei vigili urbani la possibilità  di creare delle soste temporanee. Inoltre abbiamo ricevuto rassicurazioni sullo sfratto esecutivo a cui sono sottoposte le classi del Gramsci e di cui l’assessore darà informazioni nelle prossime settimane. Ovviamente terremo la cittadinanza informata sugli sviluppi e verificheremo eventuali alternative.

 

30/10/2014

L’ufficio stampa

sab

01

nov

2014

Crocetta trovi un po’ di tempo per i disabili fra i suoi mille impegni

La nota inviata alla regione del commissario della provincia di Palermo Domenico Tucci con cui si denuncia il fatto che non ci siano più soldi in cassa e che, quindi, dal primo novembre verranno interrotti i servizi destinati ai ragazzi disabili di tutto il palermitano, ma immaginiamo riguardi tutta la Sicilia, rende benissimo, purtroppo, l’incapacità del governo regionale a occuparsi delle fasce deboli – a scriverlo è Luca Lecardane coordinatore regionale dell’associazione Net Left. I tagli dei trasferimenti statali e regionali alle province impediranno l’espletarsi dei servizi destinati alle scuole superiori come il trasporto, l’assistenza igienico-personale, l’assistenza alla comunicazione ed inoltre il convitto, semiconvitto e le attività extrascolastiche integrative per i disabili sensoriali saranno interrotte. Chiediamo al Presidente della regione Crocetta di trovare un poco di tempo per espletare in fretta la questione dei fondi alle province per i disabili, crediamo che possa riuscirci tranquillamente a trovare qualche minuto fra i suoi mille impegni per rifare il governo regionale e andare in tv.

Lì 23/10/2014

L’ufficio stampa

sab

01

nov

2014

Ora il governo cambi marcia e lotti contro il razzismo verso il sud del governo Renzi 

La nuova giunta è nata, speriamo che  Crocetta e la sua maggioranza (PD,DRS, ART. 4, UDC) siano consapevoli che non basta cambiare le persone in Sicilia, serve cambiare politica  a scriverlo Luca Lecardane coordinatore regionale dell'associazione Net Left. Un piano rifiuti regionale; investimenti nelle energie alternative specie sul solare; un piano di marketing territoriale per pubblicizzare e far conoscere la Sicilia in Italia e nel mondo; un piano di opere pubbliche che abbia l’obiettivo di mettere la Sicilia al centro del mediterraneo per quanto riguarda il trasporto merci, migliorando i porti, le ferrovie e le strade siciliane, creando le autostrade del mare; rimpinguare i fondi da dare ai comuni per le politiche sociali, in particolare per garantire l'assistenza igienico sanitaria e il trasporto dei disabili nelle scuole di ogni ordine e grado; migliorare l’ufficio per  i bandi europei che avrà il delicato compito di implementare la raccolta attraverso la presentazione di progetti, ma riteniamo che debba avere il compito di interfacciarsi con i comuni per verificare la spesa dei fondi; evitare che le attrazioni culturali, come il parco archeologico di Selinunte, chiudano nei giorni festivi sono solo alcune delle proposte che Net Left fa. Inoltre Crocetta fermi il razzismo del governo Renzi nei confronti del sud e della Sicilia: negli ultimi due anni alla Sicilia sono stati tagliati 2 miliardi di euro indebitamente; secondo il Mattino di Napoli il governo Renzi dedica 4 miliardi e settecento milioni al centro nord ed appena 60 milioni di euro al sud per le opere ferroviarie di cui invece il sud avrebbe più bisogno; adotta il principio della spesa storica  per lo stanziamento dei fondi per le scuole primarie e il sud viene penalizzato con tagli da 700 milioni di euro (meno male che c’è un nuovo sottosegretario siciliano alla scuola Davide Faraone sperando che faccia cambiare idea al governo); ed infine taglia del 50% il cofinanziamento ai fondi strutturali provenienti da Bruxelles.  Insomma serve un cambio di rotta totale, – continua Lecardane - invece di fare denunce generiche, ci auguriamo che il Presidente Crocetta inizi per davvero a governare la Sicilia. Certo l’esito della mozione di sfiducia alla quale ben nove deputati non hanno partecipato (di cui fra uno e  tre giustificati) non lascia presagire nulla di buono, anzi, conoscendo le abitudini degli anni passati, faranno pesare il loro non voto, mercanteggiandolo per ottenere favori per i loro territori.

Lì 01/11/2014

L’ufficio stampa

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gio

23

ott

2014

Crocetta trovi un po' di tempo per i disabili

La nota inviata alla regione del commissario della provincia di Palermo Domenico Tucci con cui si denuncia il fatto che non ci siano più soldi in cassa e che, quindi, dal primo novembre verranno interrotti i servizi destinati ai ragazzi disabili di tutto il palermitano, ma immaginiamo riguardi tutta la Sicilia, rende benissimo, purtroppo, l’incapacità del governo regionale a occuparsi delle fasce deboli – a scriverlo è Luca Lecardane coordinatore regionale dell’associazione Net Left. I tagli dei trasferimenti statali e regionali alle province impediranno l’espletarsi dei servizi destinati alle scuole superiori come il trasporto, l’assistenza igienico-personale, l’assistenza alla comunicazione ed inoltre il convitto, semiconvitto e le attività extrascolastiche integrative per i disabili sensoriali saranno interrotte. Chiediamo al Presidente della regione Crocetta di trovare un poco di tempo per espletare in fretta la questione dei fondi alle province per i disabili, crediamo che possa riuscirci tranquillamente a trovare qualche minuto fra i suoi mille impegni per rifare il governo regionale e andare in tv.

Lì 23/10/2014

L’ufficio stampa

 

 

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mer

22

ott

2014

Inopportuno convegno in una scuola senza contraddittorio

Siamo venuti a conoscenza del fatto che mercoledì 22 ottobre  alle 10.30 presso Liceo delle scienze umane Pascasino di Marsala si è tenuto  un convegno intitolato “La Buona Scuola”. Il convegno, che si è svolto  durante il normale orario scolastico,  ha registrato la presenza inopportuna del vice coordinatore regionale del partito Democratico Mila Spicola. Riteniamo grave che un partito, qualsiasi esso sia, faccia un convegno all’interno di locali scolastici che per loro natura devono restare neutrali, a maggior ragione se un convegno è fatto senza contraddittorio. Insomma il PD va in giro nelle scuole a cercare di fare il lavaggio di cervello agli studenti dopo le aspre contestazioni ricevute? Se lo avesse fatto Berlusconi il Partito Democratico cosa avrebbe detto? La vice coordinatrice regionale del PD quale ruolo istituzionale ha per presentare la riforma della scuola? Perché il dirigente scolastico non ha invitato ufficialmente altri partiti e le associazioni studentesche se voleva fare qualcosa di positivo e soprattutto, perché non fuori dall’orario scolastico?

Lì 22/10/2014

L’ufficio stampa

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mar

21

ott

2014

La riforma della Scuola Renzi- Giannini  non è quello che ci vuole per la scuola

Ogni  governo ha sempre la sua riforma della scuola, mai nessuna ha colto, a mio parere,quasi mai le vere questioni da affrontare.

Il ministro Giannini vuole diminuire di un anno il liceo perché vuole parificare il sistema scolastico italiano a quello europeo.

Peccato che non sia vero che i sistemi scolastici europei abbiano un anno in meno, o se ce l’hanno, è dovuto al fatto che abbiano ore in più durante l’anno scolastico.

Ma vediamo nello specifico i sistemi scolastici dei maggiori paesi europei, tenuto conto che in Italia tutto il sistema scolastico è formato da 5 anni di elementari, 3 di medie e 5 di scuola superiore per un totale di 13 anni dai 6 ai 18 anni.

Il sistema spagnolo è diviso in tre parti: Educazione infantile (da 0 a 6 suddivisa in 2 cicli), Educazione primaria da 6 a 12 anni suddivisa in 3 cicli; Educazione secondaria obbligatoria – ESO - da 12 a 16 anni suddivisa in 2 cicli. Poi gli studenti possono scegliere fra tre vie che durano due anni. Facciamo i conti ? dai 6 ai 18 anni anche in Spagna

Nel sistema tedesco a sei anni si va a scuola (però con 6 mesi di ritardo rispetto in Italia). Per i bambini con problemi di apprendimento, con handicap fisici o disabili ci sono scuole particolari, a volte a tempo pieno, dove i bambini imparano un mestiere. Il sabato è spesso libero. Per completare le 28/30 (o più) ore (formate da 45 minuti) di lezioni settimanali si fanno anche fino a 8 ore al giorno, cioè con rientri pomeridiani o fino alle ore 15 / 15.30. L'obbligo scolastico dura da tempo fino ai 16 anni. E siamo arrivati al triennio delle superiori (Oberstufe) che porta alla maturità  . Il triennio prepara all'esame di maturità. Facciamo i conti ? addirittura 13 anni e mezzo.

Nel sistema scolastico francese gli insegnamenti primari e secondari sono gratuiti, misti, laici e obbligatori dai 6 ai 16 anni e per accedere all’università bisogna fare altri due anni per raggiungere le attestazioni di studio Bac che permettono di entrare all’università. Anche qui 13 anni di studio.

Nel sistema inglese vi sono tre cicli di studio il primo inizia a 4/5 anni; il secondo a 11 ed il terzo dai 16 ai 18 anni. Facciamo i conti anche qui ? 14 anni, quindi un anno in più rispetto all’Italia

Quindi il Ministro o non sa di cosa parla quando spaccia la diminuzione di un anno del ciclo degli studi come un allineamento all’Europa oppure è in malafede.

In realtà le questioni da affrontare in una riforma della scuola sarebbero ben più importanti e profonde e andrebbero divisi per tematiche:

-L’apprendimento: è noto  che la curva di attenzione nei confronti di qualcuno che spiega o che parla è di dieci – quindici minuti come risolvere il problema?

Riducendo l’ora di lezione a 45- 50 minuti come in alcuni paesi europei;

insegnando ai docenti tecniche per ridestare e stimolare l’attenzione degli studenti;

In questo ambito si inserisce la questione delle vacanze estive, troppi tre mesi per non dimenticare molte delle nozioni imparate durante l’anno, specie in materie tecniche come la matematica e la fisica. Negli altri paesi europei si distribuiscono le ferie in maniera più omogenea  con ferie a metà marzo, metà novembre oltre le classiche natalizie e pasquali e con ferie estive di 6-7 settimane.

- La riforma dei programmi:ad esempio penso sia incomprensibile il mancato studio di eventi molto importanti per la storia dell’umanità che hanno ricadute su quella italiana come la seconda guerra mondiale, gli anni di piombo e la Glasnost;

-Il diritto allo studio: la legge di stabilità taglia i fondi a regioni e comuni, i quali dovranno o aumentare le tasse oppure tagliare servizi come ad esempio: le borse di studio, l’assistenza igienico personale nelle scuole per i disabili che viene fornita dai comuni e dalle scuole (ma queste ultime non hanno fondi), taglio delle ore degli insegnanti di sostegno o di assistenti alla comunicazione per gli studenti in difficoltà. Questo taglio vanifica i 150milioni di euro per l’università. Io penso che servano:borse di studio a copertura  totale comprensive di costo dei libri e biglietti per i mezzi pubblici per le fasce deboli.  La borsa di studio dovrebbe essere fornita in beni materiali (ad esempio esenzione epr qualsiasi tassa, fornitura di libri in comodato d’uso gratuito etc..) per evitare abusi e furberie. Tale intervento dovrebbe essere limitato negli anni ad esempio per le elementari a 7 anni poiché potrebbe capitare una defaillance durante gli anni di studio;

-Gli stipendi degli insegnanti: mediamente gli insegnanti europei guadagnano più di quelli italiani che ne guadagnano 23.000. Solo per fare un esempio quelli tedeschi guadagnano 43.000 euro,  quelli inglesi 32.000 euro, quelli francesi 29.000. Il tutto a fronte di maggiori ore di lezione nella scuola primaria e nella scuola secondaria superiore e uguale alle medie e tenuto conto che, ovviamente, il lavoro degli insegnanti non si conclude di certo con le ore di lezione, ma continua a casa o a scuola in varie forme;

- Edilizia scolastica: serve un piano nazionale per l’edilizia scolastica e universitaria, lo stato dei laboratori, delle palestre e degli edifici scolastici in generale specialmente al sud è disastroso;

-Collegamento scuola-lavoro: serve maggiore collegamento tra la scuola ed il lavoro prendendo ad esempio il sistema tedesco, specialmente negli istituti tecnici;

-Semplificazione degli indirizzi scolastici: sono troppi, bisognerebbe armonizzarli e semplificarli;

-Diritto alla formazione e all’aggiornamento degli insegnanti: già in parte presente nella riforma, a mio parere, andrebbe ampliato e con lo studio sia  da parte di chi deve iniziare la carriera sia per gli insegnanti dei metodi di insegnamento, pedagogia dei contesti formali, pedagogia speciale e similari

Vi sono alcune parti positive della riforma come le assunzioni di una parte dei precari storici (a parte il diritto all’aggiornamento come scritto prima), ma la questione scuola è molto più ampia e deve essere affrontata in maniera più radicale.

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gio

16

ott

2014

Net Left sulla protesta dei genitori per l’assistenza ai disabili

I coordinatori cittadino Giusi Sanfilippo e regionale Luca Lecardane hanno partecipato al sit-in che si è tenuto a Bagheria, a Palazzo Butera sede del sindaco, delle famiglie dei disabili che chiedono maggiori ore di assistenza igienico sanitaria a scuola per i loro figli.  Siamo convinti che una soluzione bisogna trovarla per garantire un’assistenza continuativa, siamo altresì convinti che le difficoltà dell’amministrazione comunale siano vere e dovute non solo dalla situazione di dissesto, ma anche dal taglio dei fondi per i servizi sociali perpetrato dalla regione e dal governo nazionale. Comprendiamo anche che bisogna approntare il bilancio per poter usare i fondi accantonati con i risparmi di 6 mesi dell’indennità a cui il sindaco ha rinunciato, e con il risparmio del 30% dei gettoni di presenza dei consiglieri e che manca, perché non approvato dalla precedente giunta, persino il bilancio 2013 per cui non si può andare avanti nemmeno con le spese in dodicesimi, ma è necessaria una soluzione. Chiediamo che il PD e l’UDC locali, lascino da parte il fatto che siano opposizione e chiedano alle proprie rappresentanze regionali e nazionali, visto che sono nelle maggioranze ed hanno i propri rappresentanti nei governi , di premere sull’assessore di competenza e sul ministro competente affinché allarghino i cordoni della borsa e affrontino il tema dei fondi per i comuni i quali sono tutti in difficoltà per le spese sociali, così importanti per garantire assistenza ai più deboli. Chiediamo anche ai livelli locali di Forza Italia e al movimento Cinque Stelle, seppur opposizione nelle istituzioni regionali e nazionali, di interessare i propri gruppi parlamentari, riteniamo che l’aspetto umano della situazione che non riguarda solo Bagheria, ma molti comuni, debba passare le questioni politiche ed essere affrontato in maniera seria. A forza di tagli, da parte di tutti i governi, le fasce più deboli non hanno più l’assistenza necessaria per garantire una vita dignitosa

15/10/2014                                                                                                                                              

L’ufficio stampa

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mer

01

ott

2014

Proposta per le classi attuali del Gramsci a Bagheria

In attesa delle mosse dell’amministrazione comunale di Bagheria che,riguardo il vecchio plesso della Gramsci, si è impegnata per ulteriori verifiche rispetto al parere tecnico negativo circa il restauro, desideriamo che ci si occupi delle attuali classi del Gramsci ubicate in via Gagini, anche le classi sono sotto sfratto esecutivo perché da tantissimo tempo non si paga l’affitto e da un momento all’altro potrebbero essere portato a termine – così inizia la nota della coordinatrice del circolo bagherese di Net Left Giusi Sanfilippo.

Tenuto conto che è pericoloso  per chi frequenta la scuola recarsi in bagno, specie in caso di pioggia, in quanto bisogna attraversare un porticato esterno con pavimentazione scivolosa, riteniamo opportuno l’applicazione delle strisce antiscivolo o di altri artifizi per ridurre, se non eliminare tale pericolo.

Abbiamo già contattato la ditta artigiana Giuseppe La Corte, che ringraziamo per il senso civico, la quale si è offerta di fare un sopralluogo per capire se tale soluzione sia la migliore ed, eventualmente, di posizionarle gratuitamente.

Ci impegniamo – continua la Sanfilippo - nel chiedere il permesso alle suore per l’applicazione delle strisce. L’unico problema rimane il costo dell’acquisto per il materiale da posizionare  e facciamo un appello affinché si raccolgano i fondi necessari. Ovviamente faremo sapere alla cittadinanza, dopo il sopralluogo, se vanno bene le bande antiscivolo o se vi è bisogno di altro. La sicurezza del personale scolastico,dei docenti e dei bambini è fondamentale e crediamo sia opportuno far presto.

 

30/09/2014

L’ufficio stampa

 

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sab

27

set

2014

Giusi Sanfilippo coordinatrice del circolo di Bagheria

Giusi Sanfilippo,33 anni, sposata, madre di un bambino di 6 anni, figlia di emigranti in Germania madre bagherese e padre asprense. Nata e cresciuta in Germania fino all'età di 15 anni,  poi trasferitasi definitivamente con la famiglia a Bagheria paese di origine è la nuova coordinatrice del circolo bagherese di Net Left .

Sin dalla prima infanzia mi sono impegnata sempre in prima linea a livello locale in Germania con uno spiccato senso civico – afferma la neocoordinatrice Giusi Sanfilippo – per me la politica è vita, piaccia o non piaccia la politica si occupa di noi, quindi è meglio che siamo noi ad occuparci della politica, ma la passione per fare politica non basta, le idee devono avere una tale forza da riuscire a passare dal mondo ideale al mondo reale altrimenti non è politica. La vera politica muove e difende interessi e si deve fare in gruppo, bisogna superare la società individualista e del tutto virtuale.

Una delle mie massime preferite è di krishnamurti, filosofo apolide di origine indiana:si può apprendere l'amore per qualcuno o qualcosa solo e soltanto nel momento in cui si prende coscienza di ciò che non è amore!

Sò cosa non è amare Bagheria ed Aspra! Non è lamentandosi, denigrando gratuitamente, offendendo, sporcando, infliggendo ulteriori colpi che noi cittadini dimostriamo il nostro amore .Potremo ricevere in egual misura da Bagheria ed Aspra solo se doniamo in egual misura! E senza secondi fini!
La vita come la politica sono fatti di scelte!
Ho fatto la mia scelta non starò a guardare , come non ho mai fatto nel mio piccolo.

Restituirò alla mia città e la ringrazierò in questo modo per i più bei ricordi che mi ha donato !

Perché Net Left? Perché posso essere me stessa senza se e senza ma! Una cittadina qualunque che reagisce ! Non sarò autoreferenziale – continua la Sanfilippo -ma non giudicherò a prescindere né me stessa e nemmeno gli altri! Proposte alternative se ciò che viene affermato dalla classe dirigente attuale non ci dovesse convincere a predicar bene e razzolare male siamo tutti bravi! Spirito di collaborazione per una città che ha potenziale da vendere , disponibilità a 360 gradi verso chi ha come unico interesse il miglioramento della nostre amate Bagheria e Aspra! Altrimenti spiacente ma saremo  poco propensi a mezzi che giustificano il fine con accezione negativa e a strumentalizzazioni! Il mio sogno poter aiutare all'evoluzione , non all'involuzione del nostro paese , anche se solo in piccola parte con l'aiuto dei miei concittadini! Anzi di più non è un sogno è realtà !

Con questa scelta – afferma Luca Lecardane coordinatore regionale- continua il radicamento dell’associazione in Sicilia.  Per quanto mi riguarda questa è una grande scelta di qualità, una persona motivata, intelligente e capace. La politica quella con la p maiuscola, quella che si occupa dei problemi di tutti i giorni dei cittadini,  deve tornare ad essere un impegno civile e sociale senza doppi fini, noi vogliamo fare innamorare la gente della politica, vogliamo portarla ad impegnarsi con noi.

L’indirizzo e-mail del circolo è bagheria.netleft@netleft.eu . Esiste anche il gruppo face book Net Left Bagheria

 

 

27/09/2014

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mar

23

set

2014

La legislazione sui licenziamenti dopo la Riforma Fornero:davvero c’è bisogno di ulteriori leggi?

Vi è troppa disinformazione su tutta la legislazione dei licenziamenti, già è stato fatto un intervento notevole dall’ex ministro Fornero che ha dato più libertà ai datori di lavoro.

Persino a sinistra qualcuno pensa che diminuire le tutele dia più lavoro. E purtroppo vi è troppa ignoranza sulla questione altrimenti nessuno mi avrebbe scritto l’altra volta:"non è giusto che un imprenditore in crisi non possa licenziare".Dopo questa affermazione ho ritenuto opportuno scrivere questo articolo:

-il licenziamento per giusta causa nel caso in cui vi sia un evento da parte del lavoratore che viene a pregiudicare la fiducia tra le parti e quindi il rapporto di lavoro non può proseguire; esiste anche l'istituto delle dimissioni per giusta causa  quando è il datore di lavoro che compie degli atti per cui viene a decadere la fiducia, il classico caso è il mancato pagamento di almeno tre emolumenti.

- il licenziamento per giustificato motivo soggettivo che può avvenire per notevole mancanza del lavoratore per colpa o negligenza rispetto agli obblighi contrattuali;

- il licenziamento per giustificato motivo oggettivo è determinato da ragioni inerenti all'attività produttiva, all'organizzazione del lavoro e al regolare funzionamento di essa; nel caso in cui per questi motivi l'imprenditori licenzi almeno 5 lavoratori in 120 giorni si ha il licenziamento collettivo;

- il licenziamento disciplinare che si ha quando, per gravi motivi o reiterati comportamenti sanzionati il lavoratore viene licenziato per comportamenti scorretti previsti dal codice disciplinare che deve essere appeso in bacheca.

La riforma Fornero  già allarga questi casi ed ha diviso i licenziamenti in:

- licenziamenti discriminatori per cui è previsto anche per le piccole aziende il reintegro ed il pagamento di almeno 5 mensilità di stipendio oppure il lavoratore può chiedere 15 mensilità di stipendio entro 30 giorni, al posto del reintegro (REINTEGRA E RISARCIMENTO PIENO);

-licenziamenti disciplinari. Niente è cambiato per le aziende fino a 15 dipendenti, se il giudice dà ragione al lavoratore, l'imprenditore o riassume il lavoratore oppure paga un risarcimento  tra 2,5 e 6 mensilità (tutela obbligatoria).
Se il giudice dichiara la nullità del licenziamento perché non sussistono la giusta causa o il giustificato motivo soggettivo, o per insussistenza del fatto contestato ovvero perché il fatto rientra tra le condotte punibili con una sanzione prevista nei codici disciplinari o nei Contratti collettivi nazionali annulla il licenziamento condanna il datore di lavoro al reintegro del lavoratore ed al pagamento di un'indennità risarcitoria massima di 12 mesi  (REINTEGRA E RISARCIMENTO ATTENUATO);

 Nelle altre ipotesi di mancanza di giustificato motivo soggettivo o di giusta causa dichiara risolto il rapporto di lavoro e condanna datore di lavoro a pagare tra le 12 e le 24 mensilità  per risarcire il lavoratore (TUTELA OBBLIGATORIA STANDARD);

Se il licenziamento disciplinare non avviene secondo le formalità previste (contestazione al lavoratore, mancanza motivi del licenziamento etc...) è stato introdotto un nuovo regime risarcitorio tra le 6 e le 12 mensilità (TUTELA RISARCITORIA ATTENUATA);

In caso di illegittimo licenziamento per giustificato motivo oggettivo, quindi per questioni inerenti la produttività, crisi etc.., sussistono due casi  di tutela:
Se il giudice lo dichiara illegittimo per manifesta mancanza insussistenza del fatto, egli annulla il licenziamento e può (non deve) ordinare la reintegrazione nel posto e condanna il datore a pagare un’indennità massima di 12 mensilità (REINTEGRA E RISARCIMENTO ATTENUATO);

Se il giudice non riscontra la manifesta insussistenza del fatto, ma accerta che, comunque, non ricorrono gli estremi del licenziamento per giustificato motivo oggettivo, dichiara rapporto risolto e condanna datore di lavoro al pagamento di una indennità risarcitoria tra le 12 e le 24 mensilità (TUTELA OBBLIGATORIA STANDARD).

 

Domande e risposte:

-Il/la lavoratore/lavoratrice licenziato/a perché in maternità, perché iscritto ad un sindacato etc..può essere licenziato?

No ed in caso in cui dovesse venir licenziato ed il giudice  valuterà illegittimo il licenziamento perché discriminatorio,  la sentenza prevederà il reintegro più risarcimento. Nel caso in cui lavoratore non vorrà tornare a lavorare, lo dovrà comunicare e il datore dovrà dare un ulteriore indennità sostitutiva di 15 mensilità. Tale tutela, detta tutela reale, è valida al di là delle dimensioni dell’impresa;

 

-L’azienda in crisi oppure che si è ristrutturata può licenziare?

Certamente, basterà che l’imprenditore dimostri dai libri contabili che è in crisi, oppure che gli sono state revocate delle commesse fondamentali per mantenere i livelli occupazionali, che è stata soppressa una parte dell’azienda perché ha esternalizzato i servizi… ed il licenziamento sarà valido;

 

Visto la legislazione dopo la cosiddetta Riforma Fornero, sinceramente, non vedo la necessità di ulteriori attacchi ai diritti dei lavoratori se non quella di nascondere il proprio fallimento in politica economica come dimostrano tutti gli indicatori economici

 

Luca Lecardane

 

L’autore, 42 anni, disoccupato, laureato in giurisprudenza, è stato responsabile dell’ufficio legale della CGIL di Palermo dal 2004 al 2009 ed è, attualmente,responsabile organizzazione nazionale e coordinatore siciliano dell’associazione nazionale Net Left

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sab

20

set

2014

Un progetto per il mercato del lavoro

Premesso che la crisi occupazionale che sta avendo l'Italia non è imputabile alla rigidità del mercato del lavoro, ma alla carenza di domanda di beni e servizi dovuta alla mancanza di soldi. Come un gatto che si morde la coda, iniziata con una crisi finanziaria che ha portato a licenziamenti, oggi la crisi perpetua se stessa, perché sono diminuite le persone che hanno uno stipendio, quindi vi è una contrazione della domanda, a questa corrispondono licenziamenti delle aziende e quindi nuova contrazione della domanda. Ci vorrebbero investimenti pubblici (vedasi Keynes) e favorire quelli privati (già la Bce ha abbassato il costo del denaro, ma non basta evidentemente, ci vogliono altre misure). Ritengo necessario l'abbassamento delle tasse per le famiglie che guadagnano meno di 30.000 euro lordi annui, l'abbassamento dell'Irap togliendo dalla base imponibile quelli che sono dei costi per l'imprenditore (ad esempio fa parte della base imponibile dell'Irap il totale degli stipendi dati ai dipendenti il che mi sembra ridicolo). Inoltre vi sono troppo tipi di contratti.

Il mercato del lavoro negli ultimi 15-20 anni ha avuto un incredibile e rapido cambiamento, il lavoro a tempo indeterminato e subordinato non è più la tipologia di contratto principale, ma al contrario è diventata l’eccezione, provocando una precarizzazione e una instabilità tali da costringere i giovani a non pianificare più il futuro: non sanno se e quando si sposeranno, che tipo di pensione avranno, se chiedere un mutuo.

Una forza di sinistra deve pensare a tutto ciò, bisogna che si ritorni alla visione del contratto subordinato come istituto centrale nel mercato del lavoro, tenendo conto comunque che elementi di flessibilità in entrata sono necessari per venire incontro ad alcune esigenze reali poste dai ceti produttivi, in particolari dagli industriali.

In questi anni invece troppo spesso si sono introdotti elementi di precarizzazione che hanno avuto come effetto una inaccettabile diminuzione dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici.

Il progetto sul mercato del lavoro si basa innanzitutto su una riforma degli ammortizzatori sociali  che possa accompagnare il lavoratore durante tutta la sua vita in modo tale da non lasciarlo solo durante gli eventuali periodi di inoccupazione.

Il progetto si basa sui seguenti punti:

 

  • Rimettere al centro del mercato del lavoro il contratto subordinato;
  • Riforma del contratto a progetto ;
  • Introduzione di due tipi di contratti flessibili;
  • Premi alle aziende che trasformano i contratti flessibili in contratti subordinati;

 

 

 

Bisogna abolire o comunque riformare in maniera profonda le leggi sul mercato del lavoro ma tenendo conto della necessità delle imprese di un minimo di flessibilità necessaria da non trasformare in precarizzazione.

Questo potrebbe avvenire  attraverso tre strumenti: il primo teso a reinserire nel mercato del lavoro il contratto di formazione e lavoro riformandolo rispetto al vecchio tipo per renderlo più efficace e più utile per chi viene formato; il secondo strumento è rappresentato dalla riforma del contratto a progetto come una tipologia di contratto a cui possono, si attingere le imprese,ma parificandolo a tutti gli effetti al contratto di lavoro subordinato, sia dal punto di vista contributivo,  sia dal punto di vista previdenziale, cioè di efficacia nei confronti dei lavoratori che possono usufruirne anche ai fini pensionistici; sia dal punto di vista economico, parificando il salario ai ccnl di categoria, non è accettabile che a parità di lavoro svolto vi siano retribuzioni diverse; il terzo riguardal’introduzione di un contratto di inserimento per cui le aziende non pagano per due anni contributi previdenziali che, comunque, vengono conteggiati al lavoratore.

Ciò comporterebbe un uso oculato del contratto a progetto solo se, comunque, si inseriscono dei limiti all'uso di tale strumento prevedendo da un lato un limite numerico  per ogni impresa o gruppo e dall'altro un limite  temporale stabilendone l'uso solo per un anno o diciotto mesi. 

 

 

In più per favorire l'uso dei contratti subordinati a tempo indeterminato si potrebbe pensare  a premi fiscali per chi dai contratti di lavoro e formazione, a progetto o di inserimento passa ai contratti a tempo indeterminato, impedendone l’utilizzo, dall'altro lato, per un biennio alle imprese che non trasformano almeno il 60% di questi contratti. 

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lun

15

set

2014

Il Governo Renzi riapre la questione dell’inutile Ponte sullo Stretto

Dopo che era stato messo in soffitta dal Governo Monti, Renzi vuole riaprire la partita del Ponte sullo Stretto, una partita da chiudere definitivamente per diversi motivi – lo afferma Luca Lecardane coordinatore regionale dell’associazione Net Left . Tralasciando l’aspetto ambientale che è  importante, ma conosciuto ai più visto lo stravolgimento dell’ecosistema marino,  vogliamo soffermarci su altri tre motivi. Il primo motivo è tecnico: visto che la Sicilia si allontana dalla penisola di due millimetri all’anno, secondo rilevazioni satellitari, quindi assolutamente precise, dovrebbero costruirlo con cemento elastico e non crediamo sia stata fatta questa grande scoperta ancora; un altro aspetto è economico:vero è che l’ammontare delle sanzioni per la mancata costruzione del ponte ammontano a un miliardo di euro, ma il costo complessivo dell’opera è di 6 miliardi di euro (costo aggiornato tenendo conto dell’inflazione degli oneri finanziari), e, per un Ponte che non servirà a nulla, e che avrà una vita di massimo 200 anni, ci sembra eccessivo; infine – conclude Lecardane - vi è un aspetto più tecnico, ci domandiamo a cosa possa servire un Ponte che faccia attraversare più velocemente quello spazio tra la Sicilia e la penisola se poi, una volta arrivati qui ferrovie, autostrade e porti sono da terzo mondo? Non sarebbe meglio investire i soldi in infrastrutture interne rendendo più sicure le strade, più veloci i collegamenti ferroviari e trasformando, ammodernandoli, i porti della Sicilia in maniera tale da renderla centrale per il trasporto merci nel mediterraneo?

15/09/2014                            

AGGIORNAMENTO DEL 25/10/2014
  c
’è una novità portata a conoscenza delle persone da poco dall’ingegnere Sciacca del Comune di Messina in tv. Non vi sono penali da pagare, è una fandonia poiché non sono mai stati redatti i piani definitivi ed esecutivi. I presunti 700 milioni di euro della penale da pagare ad Impregilo per la non realizzazione del Ponte potrebbero essere usati per la viabilità a Messina e in Sicilia                              

 

L’ufficio stampa 

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dom

24

ago

2014

Il circolo Net Left distribuirà i volantini informativi sulla differenziata

Il Circolo bagherese di Net Left apprezza e sostiene il piano rifiuti dell’amministrazione comunale guidata da Patrizio Cinque. Una ventata di innovazione culturale e organizzativa che sosterremo in tutte le forme possibili. Pertanto, come primo passo, il circolo bagherese distribuirà gratuitamente la brochure con tutte le indicazioni riguardanti i giorni e le modalità. Chiediamo, non appena sarà possibile, di pensare all’organizzazione della raccolta dei rifiuti più pericolosi come i farmaci, che potrebbero essere raccolti in appositi contenitori da installare davanti le farmacie, le pile e l’olio esausto da raccogliere in contenitori dislocati in punti strategici della città (ad esempio davanti i supermercati). Infine chiediamo dei controlli più stretti contro chi deturpa ed inquina l’ambiente buttando le ruote di auto e di camion senza utilizzare le modalità specifiche di smaltimento. Ricordiamo infine che i rifiuti ingombranti (divani e altro) possono essere smaltiti chiamando lo stesso numero verde 800608850 del Comune di Bagheria e che il servizio è gratuito e quindi non comprendiamo perché dei cittadini o imprese di traslochi continuino a buttare questo genere di rifiuti senza una chiamata che salverebbe l’ambiente. Chiediamo a tutti i cittadini – afferma il coordinatore regionale dell’associazione di sinistra Net Left Luca Lecardane- di collaborare, spiegare ai vicini di casa, ai parenti, agli amici questa rivoluzione culturale e organizzativa. Infine chiediamo a tutte le associazioni e movimenti di dare una mano ad una città che, negli ultimi anni, è stata umiliata dalla stessa politica che oggi critica a prescindere, stampando e distribuendo i volantini informativi.

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mer

06

ago

2014

Ancora un’occasione persa per la Sicilia

Comunicato stampa Net Left Sicilia

La legge di stabilità regionale ter è ancora una volta un’occasione persa per la Sicilia ed i siciliani. Non si fanno tagli alla spesa, si pagano affitti inutili, contratti onerosi per la fornitura di energia, non si parla di tagli agli stipendi di componenti di Giunta e deputati, in compenso si danno contributi a pioggia persino alle squadre di calcio di Serie A e B e di norme per il rilancio dell’occupazione e dell’economia quasi nemmeno l‘ombra tranne che per l’articolo 21 in cui si sostengono le imprese che assumono soggetti svantaggiati. In tutto questo si inseriscono le inchieste giornalistiche di denuncia sulla sparizione del bando del progetto “creazioni” per gli under 35; il tilt del server del Piano Giovani che certifica lo schiavismo di 800 giovani pagati a 500 euro al mese, affidato ad un’azienda che ha inserito il sito su un server condiviso con altri siti ed incapace di sostenere circa 50.000 utenti giornalieri; posti letti dimezzati e reparti chiusi negli ospedali per mancanza di personale andato in ferie o che si è dato malato; chiusura di catene di supermercati come Sigma ed ex aziende partecipate come Megaservice; stipendi non pagati da molti mesi agli operatori della formazione professionale e, dulcis in fundo, aumenta pure l’irpef regionale. In tutto questo si inseriscono i dati di crescita negativa del Prodotto Interno Lordo (-0,2%) che certificano la recessione in cui versa l'Italia nonostante le rassicurazioni del premier Renzi e della sua maggioranza PD, NCD, UDC che avevano detto di andare tranquillamente in ferie perché le stime erano di più 0,8%. La cosa più importante però è la Riforma del Senato. Un disastro su tutta la linea senza un’idea complessiva altro che rivoluzione.

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ven

18

lug

2014

Sconfortanti i dati di Legambiente sul mare in Sicilia

I dati diffusi da Legambiente circa lo stato di salute dei mari siciliani sono sconfortanti.  Tratti di mare molto belli che dovrebbero far arrivare migliaia di turisti da tutto il mondo nella nostra isola, dichiarati inquinati o fortemente inquinati per colpa di mancanza di vigilanza e di inerzia da parte di amministrazioni comunali complici di questa distruzione.  La colpa non è dei soldi che mancano visto che ben un miliardo e cento milioni di euro sono a disposizione dal Fondo di Sviluppo e coesione, ma dell’incapacità di certe amministrazioni di costruire da sole o in partnership tra loro, uffici in grado di scrivere progetti per intercettare questi soldi che direttamente o indirettamente, attraverso la Regione, l’Unione Europea o altri enti mettono a disposizione. In una terra che ha bisogno di investimenti in tutti i campi come l’aria che respiriamo, questa inettitudine non è accettabile

 

 

18/07/2014

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gio

10

lug

2014

Da dove partire per la costruzione di un partito della Sinistra

La sinistra in ogni sua forma, comitati, associazioni, partiti... non può pensare di creare un soggetto politico unico dall'oggi al domani come se andasse dal notaio per stipulare un contratto. Da troppo tempo divisioni hanno colpito la sinistra italiana, così come troppe diversità di prospettive vi sono state nel tempo per essere così facile la creazione del partito unico. Dall’altro lato non si può pensare ad una sinistra ancora divisa a lungo se si vuole ridare prospettiva ad un’area politica che ha il dovere di rappresentare principi generali di giustizia sociale, fratellanza e libertà. Per essere innovativi nella creazione di un partito unico non si può partire dagli organigrammi, non si può pensare che sia una fusione di gruppi dirigenti o di partiti, bisogna avere il coraggio di partire da zero, i dirigenti devono avere il coraggio di fare un passo indietro a tutti i livelli. La Sinistra deve partire dalla Politica e dal come si sta insieme.

Partire dalla Politica significa individuare i temi e le battaglie che uniscono, fare vivere insieme l’unità nelle piazze tra la gente, parlando con le persone ed alle persone sui grandi temi come la Tav, ma anche sui piccoli temi come la pulizia di una villa o il recupero di un edificio abbandonato. Solo così si esalteranno i punti di contatto tra anime, sensibilità diverse.

Sulla questione del “come si sta insieme”, premesso che bisogna abbattere i muri tra le diverse anime e che nessuno si può permettere veti, bisogna utilizzare la democrazia partecipativa e deliberativa per coinvolgere tutti nella costruzione di programmi e per ampliare la classe dirigente. Noi di Net Left lo stiamo facendo nella costruzione dei circoli. L’epoca dei partiti di massa, con quei processi di mobilitazione tipici del modello, è stata superata, negli ultimi anni dal modello del partito plebiscitario-leaderistico. Tale modello ha prodotto un distacco dei cittadini dalla vita dei partiti che si è riflesso nel continuo aumento dell’astensionismo alle elezioni.

Un partito, per eliminare la tendenza dell’allontanamento dalla vita democratica dei cittadini, deve puntare alla partecipazione ed al coinvolgimento non solo esterno (campagna elettorale) ma anche interno (partecipazione alla vita del partito).

Un dei filoni del pensiero democratico contemporaneo può aiutarci nella risposta: quello della democrazia partecipativa e deliberativa.

La questione del distacco tra cittadini e partecipazione alla vita dei partiti deve essere affrontata innanzitutto partendo dalla questione della democrazia interna

Il modello leaderistico-plebiscitario comporta il fatto che il leader risponda solo a coloro i quali lo hanno scelto, al contrario dobbiamo pensare ad una concezione della leadership che renda conto costantemente e risponda delle proprie scelte e dei propri orientamenti agli organi democratici rappresentativi di un partito da cui è stata eletta, senza che questo feedback abbia dei risvolti eccessivamente burocratici e senza che questo confronto costante limiti l’azione dei coordinatori o segretari che dir si voglia.

Bisogna costruire la possibilità di una partecipazione larga e diffusa con l’esistenza di sedi e procedure permanenti di confronto politico e discussione, creando nuovi canali e nuovi strumenti di partecipazione, organizzazione e mobilitazione, integrando i vecchi sistemi partecipativi con quelli messi a disposizione dalle nuove tecnologie.

Bisogna, ovviamente, tenere conto dei tempi della comunicazione in politica e non sempre quindi si possono aspettare dei tempi lunghi.

Proprio per questo bisogna distinguere tre livelli di azione strategica, ognuna contraddistinta da diverse procedure:

Il primo, più generale, è quello definito dall’insieme dei valori e dei principi costitutivi di un partito. E’ la cornice generale, su cui si esprime un’adesione generale alle “ragioni” di un partito, alle sue finalità storiche, alla sua “missione”, ai suoi “ideali”. Questa cornice non è soggetta ad una ri-discussione permanente e non ha bisogno di una costante opera di ridefinizione (ad esempio un partito di sinistra è contro il razzismo);

Il secondo livello è quello che definisce l’orizzonte politico-strategico di breve e medio periodo di un partito: i principi programmatici generali, sulle diverse e principali aree di policy; la “linea politica” in materie di alleanze, le scelte di strategia elettorale, ecc. Qui, un grande ruolo spetterebbe agli organismi rappresentativi di direzione politica espressi dal congresso: riunioni e discussioni periodiche, che permettano di misurare opinioni e orientamenti presenti nel partito. Anche su queste scelte è possibile, o necessario, che si esprima quella che possiamo definire una più larga “opinione pubblica del partito”, attraverso riunioni degli organi dirigenti periferici e assemblee di base, e attraverso –anche in questo caso –luoghi e sedi di dibattito, che magari non potranno avere ricadute immediate sugli orientamenti degli organismi rappresentativi, ma possono nondimeno creare un “clima” di opinione su cui misurare il grado di condivisione che la “linea politica” del partito riceve.

Il terzo livello è quello che riguarda il processo di elaborazione delle specifiche politiche di un partito. Un partito vive di un’azione permanente di proposta e di elaborazione su un insieme di questioni, anche “minori”, su cui si misura la sua capacità di entrare in contatto e intercettare la domanda politica che emerge dalla società. Naturalmente, risultano qui decisive le fasi e i tempi del processo decisionale: un partito non può essere un forum permanente,deve produrre proposte di policy con la necessaria concretezza e la giusta concisione dei tempi della decisione. Un partito che si ispiri ad una visione deliberativa della democrazia costruisce le condizioni perché si possano strutturare e organizzare rigorosamente le fasi e i momenti dell’elaborazione programmatica e perché queste possano vedere il più largo coinvolgimento possibile dei soggetti che risultino, a vario titolo, interessati. Ma la condizione essenziale è che la possibile partecipazione avvenga in una fase preliminare del processo, quando ancora sono possibili diverse opzioni, quando opinioni e giudizi dei partecipanti si possono formare e trasformare, costruendo contesti dialogici strutturati, che permettano di valorizzare l’apporto di tutti i punti di vista. Un’informazione corretta (la definizione del problema, i dati necessari ad una sua corretta formulazione, i dati necessari per una corretta valutazione dei costi e dei benefici delle diverse possibili soluzioni, ecc.) sono un requisito ex ante della partecipazione.

Un aspetto da non sottovalutare sull’argomento partecipazione e nuova organizzazione di partito è quello digitale.

In generale, il tema dei nuovi mezzi di comunicazione digitale, in particolare i social network e altri mezzi, i cosiddetti ICT (Information and Comunication Technologies) richiama la concezione, o spesso i miti, che stanno accompagnando la cosiddetta E-Democracy.

Non dobbiamo far diventare gli ICT gli unici mezzi attraverso i quali confrontarsi, ma come strumenti per la creazione di un nuovo spazio pubblico discorsivo.

La rete offre straordinari strumenti per allargare e velocizzare la circolazione delle idee e delle opinioni, ma non può essere una rete “parallela” e non comunicante con l’altra rete, fondamentale per questo diverso modello di partito, quella associativa e collettiva, organizzando il partito in forum tematici coordinati forum organizzati anche attraverso ICT poiché non sempre è possibile per le persone spostarsi a livello regionale se non addirittura provinciale.

La teoria deliberativa si basa sull’idea che le decisioni negli organismi dirigenti vengano prese attraverso discussioni pubbliche, secondo il principio della massima “inclusività”, i cui cardini essenziali devono essere imparzialità, parità ed eguaglianza. Queste discussioni pubbliche si dovrebbero fondare sulle logiche trasformative, cioè sulla costruzione di spazi in cui si possano sviluppare gli argomenti ed in cui si discute con procedure regolate e strutturate, spazi in cui si possano confrontare i diversi punti di vista su un problema, in cui si possa costruire un processo di apprendimento collettivo ed in cui si possa anche verificare un processo di mutamento delle opinioni e dei giudizi iniziali, processi e discussioni che esulano quindi dal correntismo.

Si può arrivare alle decisioni in due modi o attraverso la negoziazione tra le diverse posizioni o attraverso un voto. In un caso o nell’altro l’importante è che tutti si sentano compartecipi della decisione e che possano riconoscere il fatto che si sia discusso della loro opinione e che la si sia presa in considerazione.

Attraverso tutto ciò si incide sulla qualità democratica della deliberazione che porta ad una maggiore legittimazione della decisione finale, ma questo comporta anche un effetto non secondario: l’abolizione o il contenimento dell’esplicarsi delle posizioni correntizie sui mezzi di informazione che troppo spesso danno una visione atomizzata di un partito politico e di conseguenza generano nell’opinione pubblica confusione e difficoltà nell’individuazione di una linea unica.

Portando avanti questo modello di partito, basato sul modello deliberativo, si vuole trovare il miglior antidoto al partito basato sulla visione plebiscitaria della democrazia.

L’organizzazione del partito dovrà assumere come modello quello della comunicazione organizzativa, che ha funzione motivazionale, valoriale , organizzativa e socio-relazionale che è l’insieme dei processi di creazione e diffusione di informazione e di messaggi entro e tra le diverse reti di relazioni interne ed esterne all’organizzazione coinvolgono i membri interni, i collaboratori esterni e tutti i soggetti interessati e coinvolti nella vita dell’organizzazione.

Tale modello, a prima vista, può sembrare che condanni il partito all’impotenza, ma se si analizza più attentamente sta proprio nelle procedure di decisione collettiva descritte prima (tra cui i tempi certi della discussione), la chiave di volta per impedire questo immobilismo .

La costruzione di un nuovo soggetto politico unitario della sinistra è un lavoro duro, che ha bisogno dell’amore delle persone, ma che entro uno due anni, però, riporterebbe la sinistra ad avere una vera rappresentanza nella società e che parlerebbe a tutte le categorie economiche e sociali senza abdicare al suo ruolo ed ai suoi principi, perché mi rifiuto di pensare ad una sinistra che parli solo a piccole porzioni di società, immagino una sinistra che parli ai lavoratori, ai disoccupati di ogni fascia di età e non solo quella giovanile, alle forze dell’ordine, alle piccole e medie imprese, ai professionisti senza quegli steccati ideologici che oggi non hanno più senso.

Come ha scritto un iscritto all’associazione Net Left in Sicilia, Bisogna apportare linfa nuova all’albero antico della Sinistra, usando un linguaggio nuovo ed interpretando i bisogni delle persone, solo così la Sinistra tornerà ad essere una grande folla in marcia, altrimenti, rimarrà quello che è attualmente, una miriade di stati maggiori, formato da generali, ammiragli, senza nessun esercito

Tutto quello che è stato rappresentato finora, prefigura un modello di partito che abbia l’ambizione di porre in essere una visione alta e coinvolgente della partecipazione e della rappresentanza I partiti possono tornare ad essere, in forme moderne, un luogo della partecipazione politica:

partecipazione dei cittadini attraverso i partiti, ma anche partecipazione dei cittadini nei partiti.

 

Luca Lecardane Associazione Nazionale Net Left

www.netleft.eu

Siamo presenti su face book e twitter

 

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mar

08

lug

2014

Quali politiche per il rilancio dell’economia in Sicilia?

dopo aver eliminato dalla finanziaria il reddito minimo?

La commissione sanità dell'Ars elimina il reddito minimo garantito per i disoccupati dalla finanziaria ter perché vuole utilizzare i soldi per abolire i ticket sanitari per le fasce deboli. Riteniamo che sia un errore. Dare il reddito minimo garantito ai disoccupati darebbe sollievo alle famiglie, alle imprese e all’economia siciliana grazie all’aumento dei consumi.

Vorremmo capire perché in moltissimi paesi d'Europa questo strumento esiste e qui in Italia è tabù. Certo dovrebbe essere legato da un lato alla formazione professionale per dare nuove competenze ai lavoratori, alla disponibilità dei percettori a compiere lavori sociali per conto dei comuni e quindi non rappresenterebbe un mero strumento di contributo a pioggia; dall’altro, vi dovrebbero essere controlli molto accurati e continui per colpire i soliti furbetti . Dopo aver tolto anche questo strumento, vorremmo comprendere quali sono le politiche per il rilancio dell’economia che hanno in mente i parlamentari della maggioranza all’Ars ed il governo. Auspichiamo la reintroduzione dello stesso in Commissione Bilancio o nella discussione dell’aula .

04/07/2014

 

 

L’ufficio stampa Vassily Sortino (333 5762232)

vassilysortino@gmail.com

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mar

01

lug

2014

Per una nuova partenza

Documento preparatorio per Coordinamento Nazionale di Net Left – SABATO 5 LUGLIO 2014 ORE 10-16 VIA ASSISI 117 ROMA

È la crisi di un nuovo capitalismo

Superiamo le divisioni del ‘900, ma non tentando una “riunificazione”, ma partendo da una nuova analisi (casomai ci si dividerà su questo, ma non sul passato…). Non è importante stabilire se avevano ragione Turati o Togliatti, Nenni o Saragat, Craxi o Berlinguer. O se aveva ragione l’operaismo o i riformisti. Nella idea di costruire una società diversa da quella capitalistica hanno fallito tutti.

Non basta l’indignazione.

Essere indignati contro il capitalismo che rapina il Sud del mondo, che impoverisce chi lavora, che precarizza le vite, che toglie dignità alle persone, che inquina il mondo e rapina le risorse, che industrializza la vita e la piega alla mercificazione, che medicalizza le nostre vite per lucrare sulle nostre ansie e debolezze, che controlla ogni aspetto della nostra vita come un grande fratello togliendoci la privacy e la possibilità di “pensare” un altro mondo attraverso l’industria di senso, è solo una premessa per fare politica. Rispondere con le lotte e le autorganizzazioni a questi problemi è giusto, sacrosanto, obbligatorio, ma non più sufficiente. Ogni movimento pensa di ritagliarsi e partire dal suo specifico perché il modello di politica che ha vinto è quello dello scambio, anche a sinistra. Ora serve un salto di qualità “politico”, cioè capace di ricomporre nella logica queste lotte e dare un “senso” complessivo ai processi in movimento.

Non basta la conquista di piccoli spazi di autonomia

Per moltissimo tempo, negli ultimi 20 anni, abbiamo pensato che moltiplicando gli spazi di autonomia questi si sarebbero ricomposti provocando un salto di qualità nella capacità di opporci a questo capitalismo. Oggi sappiamo che non solo questo non è accaduto, ma che ogni singolo spazio ha rivendicato e rivendica rapporti con la rappresentanza decisionale istituzionale con meccanismi di mero voto di scambio. Tutto questo rappresenta la degenerazione della forme della politica

Serve l’apertura di un nuovo orizzonte

Non basta indicare l’uguaglianza nell’era dello sviluppo delle individualità, né soccombere all’individualismo. Occorre rilanciare l’assunto marxiano: “da ognuno secondo le proprie possibilità a ognuno secondo i propri bisogni”. Serve ridare spazio a “specificità integranti”, che non separino lo spazio del politico, ma ne facciano assumere la dimensione della particolarità come elemento qualitativo del tutto.

Nell’apertura di orizzonti dobbiamo avere la capacità inclusiva di sussumere “il senso” e indicare il percorso. Sul tema dello sviluppo, ad esempio, dobbiamo sapere che abbiamo due terreni: il primo è palpabile: la finitezza delle risorse nel determinato periodo storico e la loro compatibilità con i circuiti vitali e il diritto di tutte le specie viventi alla loro vita non industrializzata. L’altro è la “logica” che esiste dietro l’accelerazione di questa crescita. Esiste una “alternativa”. La si vuole “cercare” e “praticare”?

La decrescita, ad esempio, è stata volutamente contrastata più per la logica dello scontro interno (che occupa il 95% delle nostre energie dagli anni ’80…. Dobbiamo saper cogliere il senso profondo del suo messaggio: il mondo non può crescere all’infinito… (secondo la logica produttiva del capitale) ma può crescere in formato relazionale.

Bisogna introdurre un nuovo orizzonte: Il Welfare delle relazioni, un modello di vita “alternativo” che conquisti la sua possibilità di farsi stato.

Oppure la guerra e la lotta per la pace. Nel nuovo mondo si configura come estensione delle potenzialità del controllo digitale del pianeta e della automazione robotica delle armi. La guerra digitale è la più pervasiva, ubiqua e devastante (perché personalizzabile) guerra mai sperimentata prima d’ora. E la lotta per la pace si apre ad un nuovo capitolo…

Servono parole nuove

Contro la caduta tendenziale del saggio del significato. Per raccontare il percorso di cui abbiamo bisogno c’è la necessità di avere nuove parole. Le vecchie sono consunte. Allora bisogna lavarle dalla polvere e restituire brillantezza. Grande compito dei comunicatori i sinistra. La mia opinione è quella di riuscire ad utilizzare le parole che rappresentano l’innovazione del momento e ricondurle allo spirito della idea di sinistra. Non è particolarmente difficile. Prendiamo la rete. Le parole principali della rete sono: condivisione, co-operazione, autogestione, consapevolezza, collaborazione. Il modello che tali tendenze stanno prospettando è quello del passaggio dall’era della proprietà a quello della fruizione. Proprio la rete rende possibile il passaggio dal principio della proprietà a quello della fruizione/cooperazione. Basterebbe una rapida disamina delle infinite possibilità di cooperazione dal basso e nel piccolo che da’ la rete per capire le potenzialità in senso cooperativo della logica dei networks…

Dice niente a noi di sinistra?

Serve una analisi di questo capitalismo

Bauman, in una recente intervista, afferma che la crisi che sta vivendo la politica in Europa non ha precedenti e non ha archivi ai quali attingere per le ricette che servono. Il passato sta lasciando il posto alla costruzione permanente del futuro. La sfida è sulla capacità prospettica e sulla coerenza tra quello che viene prospettato e quello che si realizza (incarnando su se stessi l’idea che si vuole affermare…).

Le tre grandi novità del capitalismo del ‘900

L’esplosione del valore dell’informazione nella produzione (processi di automazione crescente resa possibile dal digitale; sussunzione nel capitale fisso di una massa crescente di conoscenza, tendenza verso il General Intellect).

L’esplosione della de-materializzazione (resa possibile dai processi di digitalizzazione); due grandi campi si sono aperti: la smaterializzazione della moneta (processo di esplosione della economia monetaria e della produzione di denaro per mezzo di denaro) e la nascita delle merci immateriali, del valore dei marchi (senso del conusmo), la possibilità di intervento delle tecno-scienze (nanotecnologie, biotecnologie su vivente e umano).

L’affermazione dell’industria di senso, la prima industria della storia che produce profitto nella costruzione del senso della vita.

 

Il capitalismo di questo secolo, passa sopra i corpi e le menti. Sa reinterpretarne il loro senso e offrirlo sul mercato. Sono i corpi a diventare, progressivamente, elementi aggiuntivi del ciclo produttivo e del consumo. Sono le menti ad essere ri-strutturate cognitivamente e diventare elementi dell’alveare che presiede al pensiero unico.

Serve una proposta che apra nuovi gradi di libertà come orizzonte

La sinistra deve essere capace di leggere questo nuovo capitalismo, capirne le nuove contraddizioni (le libertà promesse ma negate dagli assetti dei rapporti di produzione) e indicare la via per realizzare quelle che vanno verso i nostri terreni (uguaglianza, libertà e oggi direi privacy, sostenibilità). Tutto questo potrebbe essere contenuto nella proposta del Welfare delle Relazioni, intendendo con esso la complessità della dimensione delle scelte.

Serve un nuovo gruppo dirigente coerente con questa analisi

Inutile fare il patchwork di ciò che era la sinistra. Tutti pezzi nobili e tutti insediati nel loro specifico specialismo (che spesso si è tradotto in controllo di un territorio, di una tematica, di un’area, talvolta di una idea). Nessun infingimento su soluzioni salvifiche (riscopriamo il territorio… o mettiamo al centro quella o questa tematica…): serve la complessità, serve la costruzione del “senso di marcia”, seve poter attingere alle competenze individuali non come riconoscimenti individualistici, ma come contributi al tutto.

Serve, quindi, un gruppo dirigente che condivida la nuova analisi critica, sappia indicare con le proprie competenze i confini del nuovo orizzonte da costruire, serve un gruppo dirigente che sappia incarnare ciò che vuole costruire, che si senta parte del popolo in marcia, che sia percepibile come un pezzo consapevole ma non separato.

Serve rompere con cerchi magici e schemi piramidali. Siamo stati contagiati dal meccanismo delle preferenze (nelle elezioni locali e regionali) per poter pesare nei meccanismi di nomina al parlamento. C’è una generazione nuova che conosce la politica solo come capacità di mettere insieme le relazioni che servono ad avere pacchetti di preferenze da giocare nel “mercato dei partiti”. Quando quel contenitore partitico non garantisce più ciò che si ritiene giusto per sé… allora si migra ad un contenitore migliore, portandosi dietro il proprio gruppetto di pressione e i pacchetti di voti. Gli incarichi pubblici devono servire a garantirsi le risorse per far funzionare la propria “macchina politica” dentro, intorno e fuori dai partiti di turno. Bisogna avere il coraggio di rompere con tale schema. Solo un gruppo dirigente che rifugge da tali pratiche può essere coerente nella lotta per un altro modello sociale e politico.

Anche nella vita di tutti i giorni, servono comportamenti del gruppo dirigente non solo “trasparenti e coerenti”, ma che sappiano recuperare una impostazione culturale aggiornandola (acquisti ai GAS, Km 0, no ristoranti lussuosi, niente barche, niente sfarzi, non serve la vita monacale, ma la vita “normale”).

Servono modelli di partecipazione attiva

I modelli di partecipazione devono essere certi, trasparenti. I partecipanti all’’intrapresa devono essere protagonisti delle scelte e avere la percezione che è il gruppo dirigente centrale a “cedere” sovranità verso il basso, ma senza indulgere su populismi vari. Certezze e capacità decisionali con relative responsabilità. I modelli di rete sono importanti non perché siano gli strumenti informatici a fornire la motivazione ma perché le logiche sociali che depositano nelle relazioni non possono più essere ignorati. Ma questo non significa che non debba esserci un gruppo dirigente. Anzi.

È la crisi di un nuovo capitalismo

Superiamo le divisioni del ‘900, ma non tentando una “riunificazione”, ma partendo da una nuova analisi (casomai ci si dividerà su questo, ma non sul passato…). Non è importante stabilire se avevano ragione Turati o Togliatti, Nenni o Saragat, Craxi o Berlinguer. O se aveva ragione l’operaismo o i riformisti. Nella idea di costruire una società diversa da quella capitalistica hanno fallito tutti.

Non basta l’indignazione.

Essere indignati contro il capitalismo che rapina il Sud del mondo, che impoverisce chi lavora, che precarizza le vite, che toglie dignità alle persone, che inquina il mondo e rapina le risorse, che industrializza la vita e la piega alla mercificazione, che medicalizza le nostre vite per lucrare sulle nostre ansie e debolezze, che controlla ogni aspetto della nostra vita come un grande fratello togliendoci la privacy e la possibilità di “pensare” un altro mondo attraverso l’industria di senso, è solo una premessa per fare politica. Rispondere con le lotte e le autorganizzazioni a questi problemi è giusto, sacrosanto, obbligatorio, ma non più sufficiente. Ogni movimento pensa di ritagliarsi e partire dal suo specifico perché il modello di politica che ha vinto è quello dello scambio, anche a sinistra. Ora serve un salto di qualità “politico”, cioè capace di ricomporre nella logica queste lotte e dare un “senso” complessivo ai processi in movimento.

Non basta la conquista di piccoli spazi di autonomia

Per moltissimo tempo, negli ultimi 20 anni, abbiamo pensato che moltiplicando gli spazi di autonomia questi si sarebbero ricomposti provocando un salto di qualità nella capacità di opporci a questo capitalismo. Oggi sappiamo che non solo questo non è accaduto, ma che ogni singolo spazio ha rivendicato e rivendica rapporti con la rappresentanza decisionale istituzionale con meccanismi di mero voto di scambio. Tutto questo rappresenta la degenerazione della forme della politica

Serve l’apertura di un nuovo orizzonte

Non basta indicare l’uguaglianza nell’era dello sviluppo delle individualità, né soccombere all’individualismo. Occorre rilanciare l’assunto marxiano: “da ognuno secondo le proprie possibilità a ognuno secondo i propri bisogni”. Serve ridare spazio a “specificità integranti”, che non separino lo spazio del politico, ma ne facciano assumere la dimensione della particolarità come elemento qualitativo del tutto.

Nell’apertura di orizzonti dobbiamo avere la capacità inclusiva di sussumere “il senso” e indicare il percorso. Sul tema dello sviluppo, ad esempio, dobbiamo sapere che abbiamo due terreni: il primo è palpabile: la finitezza delle risorse nel determinato periodo storico e la loro compatibilità con i circuiti vitali e il diritto di tutte le specie viventi alla loro vita non industrializzata. L’altro è la “logica” che esiste dietro l’accelerazione di questa crescita. Esiste una “alternativa”. La si vuole “cercare” e “praticare”?

La decrescita, ad esempio, è stata volutamente contrastata più per la logica dello scontro interno (che occupa il 95% delle nostre energie dagli anni ’80…. Dobbiamo saper cogliere il senso profondo del suo messaggio: il mondo non può crescere all’infinito… (secondo la logica produttiva del capitale) ma può crescere in formato relazionale.

Bisogna introdurre un nuovo orizzonte: Il Welfare delle relazioni, un modello di vita “alternativo” che conquisti la sua possibilità di farsi stato.

Oppure la guerra e la lotta per la pace. Nel nuovo mondo si configura come estensione delle potenzialità del controllo digitale del pianeta e della automazione robotica delle armi. La guerra digitale è la più pervasiva, ubiqua e devastante (perché personalizzabile) guerra mai sperimentata prima d’ora. E la lotta per la pace si apre ad un nuovo capitolo…

Servono parole nuove

Contro la caduta tendenziale del saggio del significato. Per raccontare il percorso di cui abbiamo bisogno c’è la necessità di avere nuove parole. Le vecchie sono consunte. Allora bisogna lavarle dalla polvere e restituire brillantezza. Grande compito dei comunicatori i sinistra. La mia opinione è quella di riuscire ad utilizzare le parole che rappresentano l’innovazione del momento e ricondurle allo spirito della idea di sinistra. Non è particolarmente difficile. Prendiamo la rete. Le parole principali della rete sono: condivisione, co-operazione, autogestione, consapevolezza, collaborazione. Il modello che tali tendenze stanno prospettando è quello del passaggio dall’era della proprietà a quello della fruizione. Proprio la rete rende possibile il passaggio dal principio della proprietà a quello della fruizione/cooperazione. Basterebbe una rapida disamina delle infinite possibilità di cooperazione dal basso e nel piccolo che da’ la rete per capire le potenzialità in senso cooperativo della logica dei networks…

Dice niente a noi di sinistra?

Serve una analisi di questo capitalismo

Bauman, in una recente intervista, afferma che la crisi che sta vivendo la politica in Europa non ha precedenti e non ha archivi ai quali attingere per le ricette che servono. Il passato sta lasciando il posto alla costruzione permanente del futuro. La sfida è sulla capacità prospettica e sulla coerenza tra quello che viene prospettato e quello che si realizza (incarnando su se stessi l’idea che si vuole affermare…).

Le tre grandi novità del capitalismo del ‘900

L’esplosione del valore dell’informazione nella produzione (processi di automazione crescente resa possibile dal digitale; sussunzione nel capitale fisso di una massa crescente di conoscenza, tendenza verso il General Intellect).

L’esplosione della de-materializzazione (resa possibile dai processi di digitalizzazione); due grandi campi si sono aperti: la smaterializzazione della moneta (processo di esplosione della economia monetaria e della produzione di denaro per mezzo di denaro) e la nascita delle merci immateriali, del valore dei marchi (senso del conusmo), la possibilità di intervento delle tecno-scienze (nanotecnologie, biotecnologie su vivente e umano).

L’affermazione dell’industria di senso, la prima industria della storia che produce profitto nella costruzione del senso della vita.

 

Il capitalismo di questo secolo, passa sopra i corpi e le menti. Sa reinterpretarne il loro senso e offrirlo sul mercato. Sono i corpi a diventare, progressivamente, elementi aggiuntivi del ciclo produttivo e del consumo. Sono le menti ad essere ri-strutturate cognitivamente e diventare elementi dell’alveare che presiede al pensiero unico.

Serve una proposta che apra nuovi gradi di libertà come orizzonte

La sinistra deve essere capace di leggere questo nuovo capitalismo, capirne le nuove contraddizioni (le libertà promesse ma negate dagli assetti dei rapporti di produzione) e indicare la via per realizzare quelle che vanno verso i nostri terreni (uguaglianza, libertà e oggi direi privacy, sostenibilità). Tutto questo potrebbe essere contenuto nella proposta del Welfare delle Relazioni, intendendo con esso la complessità della dimensione delle scelte.

Serve un nuovo gruppo dirigente coerente con questa analisi

Inutile fare il patchwork di ciò che era la sinistra. Tutti pezzi nobili e tutti insediati nel loro specifico specialismo (che spesso si è tradotto in controllo di un territorio, di una tematica, di un’area, talvolta di una idea). Nessun infingimento su soluzioni salvifiche (riscopriamo il territorio… o mettiamo al centro quella o questa tematica…): serve la complessità, serve la costruzione del “senso di marcia”, seve poter attingere alle competenze individuali non come riconoscimenti individualistici, ma come contributi al tutto.

Serve, quindi, un gruppo dirigente che condivida la nuova analisi critica, sappia indicare con le proprie competenze i confini del nuovo orizzonte da costruire, serve un gruppo dirigente che sappia incarnare ciò che vuole costruire, che si senta parte del popolo in marcia, che sia percepibile come un pezzo consapevole ma non separato.

Serve rompere con cerchi magici e schemi piramidali. Siamo stati contagiati dal meccanismo delle preferenze (nelle elezioni locali e regionali) per poter pesare nei meccanismi di nomina al parlamento. C’è una generazione nuova che conosce la politica solo come capacità di mettere insieme le relazioni che servono ad avere pacchetti di preferenze da giocare nel “mercato dei partiti”. Quando quel contenitore partitico non garantisce più ciò che si ritiene giusto per sé… allora si migra ad un contenitore migliore, portandosi dietro il proprio gruppetto di pressione e i pacchetti di voti. Gli incarichi pubblici devono servire a garantirsi le risorse per far funzionare la propria “macchina politica” dentro, intorno e fuori dai partiti di turno. Bisogna avere il coraggio di rompere con tale schema. Solo un gruppo dirigente che rifugge da tali pratiche può essere coerente nella lotta per un altro modello sociale e politico.

Anche nella vita di tutti i giorni, servono comportamenti del gruppo dirigente non solo “trasparenti e coerenti”, ma che sappiano recuperare una impostazione culturale aggiornandola (acquisti ai GAS, Km 0, no ristoranti lussuosi, niente barche, niente sfarzi, non serve la vita monacale, ma la vita “normale”).

Servono modelli di partecipazione attiva

I modelli di partecipazione devono essere certi, trasparenti. I partecipanti all’’intrapresa devono essere protagonisti delle scelte e avere la percezione che è il gruppo dirigente centrale a “cedere” sovranità verso il basso, ma senza indulgere su populismi vari. Certezze e capacità decisionali con relative responsabilità. I modelli di rete sono importanti non perché siano gli strumenti informatici a fornire la motivazione ma perché le logiche sociali che depositano nelle relazioni non possono più essere ignorati. Ma questo non significa che non debba esserci un gruppo dirigente. Anzi.

 

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mer

18

giu

2014

Lavoratori Formazione professionale abbandonati

Crocetta che fa?

L’occupazione dell’assessorato regionale alla formazione è l’ultimo atto in ordine cronologico di una situazione che, in maniera vergognosa, il governo regionale ha lasciato incancrenire in uno stato di abbandono cinico dei lavoratori, a cu va la nostra solidarietà. Da mesi e mesi i lavoratori della formazione, siano essi amministrativi o docenti, non ricevono stipendi. È naturale che la disperazione dovesse scoppiare fragorosamente e, purtroppo, la situazione si incastra in quella più ampia della disoccupazione, non solo giovanile, che in Sicilia supera le peggiori previsioni e di cui non si vede luce in fondo al tunnel. Le colpe della politica e dei sindacati sulla situazione della formazione professionale, negli ultimi venti anni sono evidenti, ma sono altrettanto evidenti le colpe di un governo regionale immobile, cinico e menefreghista. E il menefreghismo del governo si estende anche alla maggioranza che lo sorregge, vista l’assenza quasi totale dei deputati regionali, nella discussione di oggi sulle linee guida della programmazione europea 2014-2020, fondi importanti su cui poter basare il rilancio economico della Sicilia. Le tensioni maggioranza-governo, come al solito, le pagano i cittadini.

18/06/2014

 

 

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gio

05

giu

2014

Soddisfazione per l’operazione RESET

Circolo bagherese Net Left

Il circolo Net LEFT DI Bagheria esprime soddisfazione per l’importante operazione portata a termine dai carabinieri che ha smantellato il mandamento di Bagheria. Oltre alle forze dell’ordine però sono da ringraziare i commercianti e gli imprenditori che hanno denunciato con coraggio le estorsioni subite.  Ci auguriamo –aggiunge Luca Lecardane coordinatore regionale di Net  Left – che siano da esempio perché altri si ribellino. Il nostro pensiero va alla famiglia di di Giuseppe Sciortino imprenditore coraggioso che si suicidò dopo qualche giorno dalla sua deposizione in cui accusava i suoi estortori

 

05/06/2014

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mer

04

giu

2014

La dichiarazione di Micciché è uno schiaffo ai poveri

La dichiarazione rilasciata da Micciché a Repubblica, in cui afferma che 4000 euro di pensione da parlamentare sono pochi per vivere, sono uno schiaffo alla povertà delle persone e ad una Sicilia in cui vi è il 61% di disoccupazione giovanile per non parlare della disoccupazione degli over 35, delle difficoltà delle imprese e dei professionisti – lo afferma in una nota Luca Lecardane coordinatore siciliano di Net Left . Spieghi Micciché cosa avrebbero fatto per la Sicilia lui ed i suoi partiti Grande sud e Forza Italia, se hanno fatto qualcosa – prosegue Lecardane – negli anni in cui hanno governato la Sicilia e l’Italia anche con grandissime maggioranze non ce ne siamo accorti. Abbia Micciché il buon senso di ritirarsi in religioso silenzio invece di spararle grosse senza un minimo di vergogna.

 

04/06/2014

 

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ven

30

mag

2014

Vergognosa la bocciatura del blocco dell’erogazione dei vitalizi a chi è stato condannato per mafia

La bocciatura trasversale da parte dell’ARS dell’emendamento al comma 2 dell’art 13 del ddl 724, che introduceva il blocco dei vitalizi ai deputati o ex deputati condannati per mafia è una pagina nera che colpisce al cuore la vera antimafia, quella non parolaia, quella fatta di azioni concrete, di atteggiamenti ed anche di leggi votate. Partito democratico, Articolo 4, Nuovo centrodestra, Forza Italia e UDC si sono coalizzati in questo atto vergognoso e non sono bastati i voti contrari del Movimento 5 Stelle tutto, dei deputati Ferrandelli (PD), Bandiera e Pogliese (Forza Italia), Vinciullo (Ncd) per approvare una norma di buon senso. Ancora una volta un’istituzione manca l’appuntamento per dare il segnale ai cittadini che l’illegalità non paga, poi si chiede ai cittadini di rispettare la legge?

 

30/05/2014

 

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ven

16

mag

2014

Chiediamo chiarezza sulle responsabilità politiche ed amministrative nella vicenda della cartiera di Fiumefreddo

Luca Lecardane coordinatore regionale e Isidoro La Spina coordinatore del circolo Jonico Etneo

Se confermata dalle indagini della magistratura, la questione della cartiera Siace di Fiumefreddo di proprietà della provincia di Catania, è una delle più grandi truffe di cui è stata fatta oggetto un ente locale – lo scrivono Luca Lecardane coordinatore regionale dell’associazione e Isidoro La Spina coordinatore del circolo Net Left Jonico Etneo. Bisognerà fare chiarezza rapidamente sulle responsabilità amministrative e politiche che hanno permesso, attraverso la mancanza di controlli, l’interramento di rifiuti pericolosi sotto una proprietà pubblica. Il disastro ambientale che si prospetta non può passare sotto silenzio e pone delle domande sulla qualità dei controlli politici ed amministrativi non solo dell’ente provincia guidato in quegli anni dal centrodestra, ma anche della regione, competente ai sensi dell’articolo 14 dello Statuto, guidata in quegli anni da Raffaele Lombardo. Un’area , è bene ricordarlo, il cui mare è stato più volte segnalato dalla bandiera blù, importante riconoscimento, che attesta il rispetto dell’equilibrio ambientale e la purezza delle sue acque. Esso inoltre è da sempre stato considerato, e a ragione, di vitale importanza per gli sviluppi potenziali futuri del settore alberghiero e turistico-balneare della costa, unica per bellezza, e qualità, sottolineate dalla presenza di un’interessante boschetto di eucaliptus a contatto con il mare

 

15/05/2014

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mar

06

mag

2014

Net Left sostiene Danilo Festa a Motta Sant'Anastasia

Sergio Bellucci Presidente nazionale e Luca Lecardane coordinatore regionale

L’associazione Net Left, dopo aver sentito i coordinatori dei circoli siciliani, sostiene la candidatura a sindaco di Motta Sant’Anastasia di Danilo Festa. La scelta unanime del circolo locale del PD e il sostegno di Sinistra Ecologia Libertà e di altre forze della sinistra, un progetto che, tra altro, parla di rilancio dell’economia del territorio, che non può che passare da un ufficio per la ricerca dei fondi europei  della nuova programmazione 2014 – 2020 che sarà più legata al territorio ed no netto alla discarica per una gestione più sostenibile dei rifiuti contro gli interessi milionari a danno della salute dei cittadini  – scrivono Sergio Bellucci e Luca Lecardane rispettivamente Presidente nazionale e coordinatore regionale dell’associazione -non ci possono che far propendere per questa candidatura che riesce a tenere tutta la sinistra unita su un progetto chiaro, forte e di cambiamento. 

 

06/05/2014

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dom

04

mag

2014

Da novembre chiediamo le dimissioni di Bonventre

Da parecchi mesi ormai abbiamo messo come associazione sotto la lente di ingrandimento la situazione del Comune di Alcamo - lo afferma Luca Lecardane coordinatore regionale di Net Left - denunciando la decadenza morale e politica dell’amministrazione Bonventre  di cui avevamo chiesto le dimissioni,

Il rinvio a giudizio dell’ex senatore del partito democratico Papania per voto di scambio alle amministrative del 2012 dovrebbe far riflettere il sindaco di Alcamo Bonventre e, in un paese normale – continua Lecardane - avrebbe scritto la parola fine a questa esperienza amministrativa, ma, evidentemente, troppa faccia tosta impedirà allo stesso sindaco di prendere questa decisione. Speriamo che quantomeno faccia costituire parte civile nel processo il Comune.

 

 

04/05/2014

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dom

04

mag

2014

Contro manifesto selvaggio Net Left Bagheria

il circolo NET LEFT di Bagheria mette a disposizione il proprio gruppo facebook https://www.facebook.com/groups/583011958437651/?fref=ts e l'indirizzo e mail netleftsicilia@libero.it per denunciare l'attacchinaggio abusivo di manifesti da parte di candidati al consiglio comunale e alla carica di sindaco. Chiediamo ai cittadini di postare o inviare le foto chiare possibilmente indicando dove sono state fatte. Riteniamo che chi sporca la propria città non merita di entrare nelle istituzioni. Riteniamo giustificato il volantinaggio, perché in qualche maniera bisogna far conoscere il programma e i candidati e se dovessero essere gettati a terra, la colpa non sarà di chi volantina ma di coloro i quali penseranno che la strada sia una discarica. Invitiamo i cittadini pertanto o a restituire il volantino oppure a buttarli negli appositi cestini. Riteniamo giustificato, per lo stesso motivo, anche se non in maniera selvaggia, l'attacchinaggio con nastro adesivo di locandine per diffondere programmi e iniziative delle liste e dei candidati sindaco, a patto che il giorno dopo le elezioni siano tolte. Auspichiamo per il futuro che il nuovo sindaco metta delle bacheche in giro per tutta la città con aiuti di sponsor privati, in un numero compreso fra settanta e cento, al fine di permettere alle associazioni ed ai partiti di diffondere le proprie idee ed iniziative attraverso volantini e locandine.  Un’iniziativa utile che lanceremo nei prossimi giorni a livello regionale – dice Luca Lecardane coordinatore regionale di Net Left – non riteniamo accettabile distruggere i muri delle nostre città

 

 

03/05/2014

 

 

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dom

27

apr

2014

Un'iniziativa che ha legato passato e presente

Molto positivo il convegno  “Il contributo di sangue dei Nebrodi alla lotta partigiana, alla lotta partigiana, tra realtà storica e presenza democratica oggi” che si è svolto ieri sabato 26 aprile a Tortorici, un convegno che ha visto una buona partecipazione nonostante il ponte. Una iniziativa che ha legato la Resistenza, attraverso il ricordo di Francesco Bellitto, partigiano ragazzino nato sui Nebrodi,  all’ attualità e alla modernità dei valori che ha portato uomini e donne a sacrificarsi per rendere libera l’Italia, perché, come scrisse Calamandrei “Era giunta l’ora di resistere, era giunta l’ora di essere uomini, morire da uomini per vivere da uomini”.

Gli interventi, cominciati con un saluto non rituale del sindaco di Tortorici Dott. Carmelo Rizzo Nervo, che ha dato il patrocinio dell’ente, sono proseguiti con gli interventi di Teodoro La Monica , Presidente provinciale dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, che ha parlato del ruolo dei siciliani nella Resistenza, dell’Anpi e di come tanti giovani donne e giovani uomini siano iscritti ad un’associazione che, per questioni di età dei partigiani, ha dovuto cambiare pelle.
Ha moderato il responsabile A.N.P.I. Nebrodi Alfonso Fratacci che ha parlato di Calamandrei, di Concetto Marchesi, professore universitario che rifiutò la tessera del Partito fascista e, nonostante ciò, grazie alla sua statura di intellettuale rimase al suo posto e di altri aspetti della Resistenza sconosciuti ai più, sottolineando anche lui il ruolo dei siciliani, ruolo sconosciuto ai più.
A seguire l’intervento di Fabio Cannizzaro Direttore dell’istituto di Cultura politica per la Questione Siciliana che ha approfondito con dovizia di particolari la figura di Francesco Bellitto, morto a 23 anni fucilato dai nazisti.
Infine è intervenuto Luca Lecardane, responsabile regionale dell’associazione nazionale Net Left, che ha legato i valori della Resistenza all’attualità riprendendo la figura di Concetto Marchesi e raccontando la storia di chi, come il bisnonno, rifiutò la tessera del partito fascista e per questo non gli dettero la tessera del pane, tessera che serviva per il pane razionato. Ha sottolineato come abbia voluto dare dei segnali politici forti indicando, in accordo con il gruppo,  Alfonso Fratacci, responsabile del circolo ANPI dei Nebrodi, come responsabile del neonato circolo nebroideo di Net Left e condividendo la scelta di dare  al circolo il nome di Francesco Lo Sardo, uomo che partecipò alle lotte per le terre nel 1891 e denunziò gli scandali della ricostruzione post terremoto a Messina. Lo Sardo morì in carcere nel 1931 per la persecuzione fascista.
Mai nome fu più appropriato per un circolo di un’associazione visto che Net Left ha fra gli obiettivi di mettere insieme la sinistra di questo paese, che troppo spesso non si parla e non parla alla gente e con la gente. Net Left vuole accogliere persone iscritte a partiti e non, per creare progetti, divulgare idee e riprendere quell’idea di intercalarsi nella società da parte di una sinistra che ha smesso di studiarla la società. Un’associazione che si basa sulla democrazia partecipativa, che ha nel coordinatore non un capo, ma una persona che rappresenti le idee di un gruppo. Un’associazione che vuole lavorare sul territorio, facendo cultura e formazione politica ai cittadini, specie i più giovani, per renderli più consapevoli e, quindi, più liberi. Il circolo dovrà fare iniziative esemplari (come la pulizia di un pezzo di verde pubblico per chiedere maggiore attenzione, qualora ce ne fosse bisogno, sulla pulizia dei comuni nebroidei), volantinaggi, convegni con esperti e redigere progetti per il rilancio dell’economia territoriale (solo per fare un esempio uno studio di marketing territoriale per il Parco dei Nebrodi che faccia aumentare il flusso di turisti).
L’intervento di Lecardane si è concluso con un appello alle persone presenti in sala affinché si impegnino nel circolo nebroideo perché se oggi si aspetta che siano gli altri a fare le cose non si cambierà nulla , così come coloro che divennero partigiani,  se fossero rimasti a casa, oggi, probabilmente, saremmo ancora sotto dittatura. Come c’è scritto nel monumento del Ponte dei Ricci dove fu assassinato Bellitto insieme ai suoi compagni, c’è la possibilità di diventare “anticipatori del giorno di cui non videro l’alba”.

I vari interventi sono stati inframezzati da alcuni interventi della studentessa universitaria Marta Fabio che ha letto passi di Calamandrei, Gramsci e l’elenco dei quaranta martiri nebroidei della Resistenza, momenti molto toccanti ed emozionanti. 

I contatti dell’associazione Net Left nazionale sono :www.netlefet.eu  https://www.facebook.com/netleft?ref=ts&fref=ts   ed è anche su twitter e su google+. I contatti di Net Left  Sicilia sono netleftsicilia@libero.it . Del circolo dei Nebrodi  nebrodi@netleft.eu più i vari gruppi che via via si formeranno.

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dom

20

apr

2014

I valori della Resistenza tra storia e attualità

Iniziativa sui Nebrodi organizzata da ANPI Net Left e CGIL cui seguirà inaugurazione del circolo nebroideo di Net Left

Sabato 26 aprile alle ore 17.30 presso la sala polifunzionale del circolo dei maestri in Piazza Faranda a Tortorici l’associazione Net Left, il circolo Anpi dei Nebrodi, la Cgil con il patrocinio del comune di Tortorici organizzano  un’iniziativa dal titolo: “Il contributo di sangue dei Nebrodi alla lotta partigiana tra realtà storica e presenza democratica oggi. Ricordando Francesco Bellitto il partigiano ragazzino”. Seguirà la presentazione del circolo nebroideo dell’associazione Net Left. All’iniziativa interverranno il sindaco di Tortorici Carmelo  Rizzo Nervo, Teodoro la Monica Presidente provinciale Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, Nino Pizzino segretario della Camera del lavoro CGIL di Capo D’Orlando, Luca Lecardane coordinatore regionale di Net Left, Fabio Cannizzaro, Direttore dell’Istituto di Cultura Politica per la Questione Siciliana xQS. Modera Alfonso Fratacci, A.N.P.I. Nebrodi. L’obiettivo dell’iniziativa è quello di ricordare i valori della Resistenza attraverso la figura di Francesco Bellitto   e come renderne attuali i valori. Seguirà la presentazione del circolo nebroideo di Net Left che è un’ associazione nazionale apartitica ma di area di sinistra. L’associazione ha come obiettivo il lavoro nel territorio con i cittadini per migliorare la vivibilità dei quartieri, delle città e della regione: l’attenzione sul verde pubblico, sulla raccolta differenziata, sulla mobilità, sul recupero di edifici pubblici abbandonati, sul turismo, sull’ambiente, impegno per raccogliere firme su proposte popolari di legge regionali sono solo alcuni esempi su cosa vuole fare Net Left .

 

 

21/04/2014

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ven

18

apr

2014

Bagheria immersa nei rifiuti e mancanza di cassonetti in alcune zone:il commissario che fa?

del circolo bagherese di Net Left

Sembra un incubo senza fine: da diversi giorni non vengono raccolti rifiuti a Bagheria e diversi punti della città sono discariche a cielo aperto con tutto quello che ne consegue per l’igiene pubblica a rischio per cittadini e animali domestici.

Una domanda crediamo che davvero sorga spontanea: il commissario cosa sta facendo per risolvere la situazione? Perché sta permettendo che la città si riduca così? Se è incapace di gestire la situazione ne prenda atto e si faccia sostituire, altrimenti si metta in moto per risolverla, non è certamente un bel vedere per i già pochissimi turisti.

Inoltre segnaliamo l’assoluta mancanza di cassonetti nelle zone di via Mole e di via Dietro la Certosa con enormi disagi per i cittadini specialmente quelli anziani che sono costretti a cercare i cassonetti in zone lontane da dove abitano.

Ci auguriamo che il commissario risolva al più presto al questione e che il nuovo sindaco, chiunque sarà, elimini completamente questi problemi.

 

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gio

20

mar

2014

Una manovra regionale che colpisce cultura, i più deboli e la ricerca.

Net Left contro una manovra non adatta al rilancio della Sicilia

 

Ancora una volta con una manovra regionale si colpiscono fasce deboli e cultura. La giunta Crocetta in assoluta continuità, in questo caso, con le precedenti amministrazioni regionali  sceglie la via più facile per costruire una manovra economica per la quale non si vede alcuna differenza tra le giunte di Cuffaro e Lombardo sostenute da varie maggioranze politiche di centrodestra e di centrosinistra e la sua.

 

Vengono azzerati o tagliati fondi importanti: quello per lo sviluppo e la propaganda dei prodotti siciliani che, se fosse stato usato in maniera più accurata, avrebbe potuto portare dei risultati per il turismo e la conoscenza della Sicilia fondamentali per il rilancio economico di una terra martoriata; fondi per enti culturali come il museo Riso o l’istituto per il dramma antico di Siracusa che anzi erano da incrementare; fondi per gli enti parco che già vivono momenti di grande difficoltà, enti parco che andrebbero riorganizzati e razionalizzati ma che rischiano di sparire; fondi per le famiglie disagiate; fondi per l’istituto zootecnico, ente fondamentale per l’assistenza alle aziende zootecniche e per la ricerca; fondi per il ricovero di disabili psichici e dei minori.

 

In compenso vengono finanziati una serie di enti privati religiosi e il buono scuola che finanzia istituti paritari privati, i cui effetti per l’economia siciliana sono tutti da dimostrare. Non c’è nessuna contrapposizione ideologica alla contrarietà a questi finanziamenti, ma c’è una riflessione sull’opportunità economica, politica e sociale

Speriamo che l’Assemblea Regionale Siciliana cambi questa finanziaria senza vere prospettive per il futuro e rimetta al centro dello strumento finanziario  la cultura, la difesa e l’assistenza dei più deboli, la ricerca,gli investimenti e gli aiuti alle piccole e medie imprese aumentando, dall’altro lato, la battaglia contro gli sprechi e contro l’evasione e l’elusione fiscale.

 

 

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ven

14

mar

2014

La Monterosso deve essere rimossa

 

La condanna della segretaria generale della  regione Patrizia Monterosso da parte della Corte dei Conti è un fatto gravissimo che, ancora una volta, getta ombre sulla passata gestione della formazione professionale in Sicilia. Tutti i dirigenti condannati dalla Corte dei Conti dovrebbero essere rimossi dal loro incarico. In questo vespaio della formazione professionale gli unici che stanno pagando davvero sono solamente i lavoratori. Non crediamo sia accettabile che il Presidente Crocetta non voglia rimuovere la segretaria generale della regione asserendo che non è una condanna penale, è una questione di opportunità morale e politica. Speriamo che il Partito Democratico, unica forza di centrosinistra presente in Assemblea regionale , faccia sentire la propria voce altrimenti sarà complice di scelte incomprensibili.

 

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mer

26

feb

2014

L’assessore regionale Bonafede si dimetta

 

La vergognosa dichiarazione dell’assessore regionale al lavoro Ester Bonafede, secondo la quale sono pochi 5440 euro per fare l’assessore, dovrebbe avere come effetto il ritiro della delega da parte del Presidente Crocetta. Lo dichiara Luca Lecardane responsabile regionale dell’associazione Net Left.  Ci dica l’assessore cosa ha fatto per aumentare l’occupazione in Sicilia, cosa ha fatto o cosa sta facendo per salvaguardare il posto di lavoro di chi lo ha perso, come gli operai della Fiat e dell’indotto di Termini Imerese, o di chi sta per perderlo come i lavoratori di Almaviva, insomma ci chiediamo – continua Lecardane -cosa abbia mai fatto per guadagnarseli questi soldi che le sembrano pochi. Dopo una dichiarazione così superficiale e grottesca non vi sono altre vie che non le dimissioni. Siamo sicuri che l’assessore Bonafede non le darà, quei 5440 euro fanno comodo. Noi pensiamo che per un’ assessore così incapace siano pure troppi

 

 25/02/2014

 

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lun

17

feb

2014

Mio intervento all'iniziativa Adesso parla la scuola

"Adesso parla la scuola". Bella iniziativa, è stato un piacere ascoltare gli operatori della scuola (docenti, ragazzi, precari, P.I.P., dirigenti scolastici). Al contrario di quello che pensava qualcuno, i politici hanno parlato all'ultimo ed anche io ho fatto l'intervento solo all'ultimo perché ho ritenuto importante ascoltare. Questo è quello che ho detto, nella qualità di responsabile regionale dell'associazione Net Left, e mi piacerebbe ascoltare altri amici di facebook:
Ci vogliono maggiori investimenti nella scuola come hanno fatto Germania e Brasile, tagliando i finanziamenti alle scuole private con questi obiettivi:
1) migliorare e ristrutturare l'esistente o costruire nuovi edifici scolastici;
2) aumentare i sistemi di allarme e vigilanza elettronica nelle scuole troppo spesso oggetto di furti, specialmente al sud e nelle zone a rischio;
3) aumentare i fondi per il diritto allo studio per permettere ai soggetti di famiglie povere di accedere all'istruzione di ogni ordine e grado a fronte di maggiori controlli fiscali per combattere i furbetti;

Inoltre penso che (non l'ho detto durante il mio intervento perché non mi piace ripetere quello che già hanno detto altri togliendo tempo):
4) migliorare la tempistica per il finanziamento dei fondi per i trasporti degli studenti che troppo spesso anticipano i soldi degli abbonamenti e alcune volte non se lo possono permettere ;
 5)aumento delle ore per gli insegnanti di sostegno e per gli assistenti alla comunicazione che non devono essere visti come dei babysitter, ma come davvero un ausilio agli insegnanti;
6) stabilizzazione dei precari sia docenti, sia personale ATA con regole certe e trasparenti;

 

 

Questo invece non l'ho detto, perché non riguardava strettamente le questioni di cui sopra, ma credo sia necessario un profondo ripensamento della scuola:
 

 

7) profonda innovazione dei tempi scuola, dall’aumento delle ore per alcune materie al cambiamento dei periodi delle vacanze estive questione che va collegata con i tempi di apprendimento (3 mesi di stacco estivi sono troppi). Il modello francese sarebbe da prendere in considerazione visto che ha due mesi soli di vacanza estivi e poi altri periodi distribuiti durante il resto dell’anno;

8) reintroduzione dell'educazione civica per formare cittadini consapevoli. Studiare la Costituzione, il funzionamento del Parlamento, l'iter delle leggi etc...;
9) riforma dei programmi scolastici perché è incredibile che,ad esempio, non venga studiata la storia contemporanea  base della civiltà odierna;
10)continua formazione ed aggiornamento degli insegnanti con introduzione di studio di psicologia infantile;

 

 

Ci sarebbe tanto da dire anche sull’università e sarò ben contento, se mi sarà chiesto, contribuire.
Ovviamente tutto questo non vuole essere esaustivo né dei problemi né delle risposte, ma vuole essere spunto di riflessione.

 

Luca Lecardane

 

Responsabile regionale Net Left

 

 

 

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mar

11

feb

2014

«Legge su Terra dei Fuochi e Ilva:Cittadini di Priolo, Milazzo e Gela figli di un dio minore?

 

Qualche giorno fa il Parlamento italiano ha convertito in legge il decreto del governo denominato “Terra dei Fuochi” che affronta in maniera pregnante, anche se con alcune criticità,  l’inquinamento nella zona di Caserta e nella zona dell’ilva a Taranto. La domanda che pongo – scrive Luca Lecardane coordinatore regionale dell’associazione Net Left - a tutti i parlamentari nazionali di qualsiasi schieramento politico eletti in Sicilia è questa: vi rendete conto che in Sicilia, nelle zone come Priolo, Milazzo e Gela vi sono delle situazioni gravissime di inquinamento che, anche recentemente, sono state sottoposte all’attenzione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per le gravi conseguenze sugli abitanti, in maniera particolare verso i bambini? La regione siciliana, che ha avviato un piano straordinario annunciato a giugno dello scorso anno e di cui non si hanno notizie, non può essere lasciata sola, soprattutto i cittadini non possono essere lasciati soli a combattere contro l’inquinamento e contro imprese senza scrupoli che nulla hanno fatto contro i veleni che hanno rilasciato in aria.

 

I parlamentari nazionali – continua Lecardane -si diano una mossa e premano sul governo nazionale affinché si attuino politiche di salvaguardia per la salute delle persone, pèr la bonifica del Golfo di Augusta, che potrebbe diventare un’importante porto commerciale che, collegato con altri porti, potrebbe far crescere l’occupazione vista la posizione strategica della Sicilia nel Mediterraneo e per la prevenzione dell’inquinamento delle industrie petrolchimiche facendo loro adottare strumenti per la riduzione dell’emissione di inquinanti nell’aria.

 

La regione, da parte sua, perché non adotta leggi più stringenti rispetto a quelle italiane sulle emissioni di Diossina, Benzo(a)pirene e altri inquinanti come ha fatto la Puglia? Perché non si adottano politiche di risanamento e di bonifica di tutta la costa siciliana martoriata da scarichi abusivi?

 

Coniugare il diritto al lavoro e il diritto alla salute si può, ci vuole solo la volontà politica e la capacità

 

 11/02/2014
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mar

11

feb

2014

Le ricette economiche Keynesiane per uscire dalla crisi che attanaglia l’Europa

 

Keynes (1883 1946) rivoluzionò il pensiero economico del tempo secondo il quale la domanda aggregata dipendeva dall'offerta. Cioè qualsiasi fosse stata la produzione essa sarebbe stata assorbita dalla domanda, ipotesi ovviamente assurda. Keynes invece disse che l'offerta dipendeva dalla domanda e da essa dipendono PIL ed occupazione. Più aumenta la domanda più aumentano PIL e occupazione.

 

Domanda aggregata=Consumi+Investimenti+Esportazioni-Importazioni+Spesa Governativa

 

Visto che bisogna aumentare la Domanda aggregata per aumentare PIL (Prodotto Interno lordo) e occupazione vediamo di analizzare le singole voci.

 

In un momento di crisi come questo bisogna cercare di aumentare la Domanda per aumentare l’occupazione .

 

Per aumentare i consumi bisogna diminuire le tasse alle fasce medio basse in maniera tale da far girare l’economia. Come? Se ad esempio 1000 famiglie avessero maggiore capacità economica e comprassero una camicia in più per ogni famiglia, l’azienda che produce camicie dovrebbe aumentare la produzione, guadagnerebbe di più, ma, ad un certo punto non basterebbe più la forza lavoro e sarebbe” costretta” ad assumere e, quindi, vi sarebbero nuove famiglie che guadagnerebbero e metterebbero in giro nuovi soldi e comprerebbero nuove camicie formando un circolo virtuoso.

 

Per aumentare gli investimenti delle imprese si possono diminuire il tasso di interesse dei prestiti, in maniera tale che le imprese abbiano più facilità ad innovare attraverso l’acquisto di  beni strumentali (solo per fare un esempio).

 

Per aumentare le esportazioni e diminuire le importazioni si può diminuire il valore della moneta rispetto alle altre attraverso la svalutazione, così da far costare meno le nostre merci che vanno verso l’estero e far costare di più le merci straniere.

 

Secondo Keynes in momenti di crisi tutto questo non basterà più e quindi non rimarrà altro che  agire sull’ultimo addendo e cioè sulla spesa governativa. Questo perché nessuna impresa farà investimenti, anche se i tassi di interesse dovessero arrivare a zero, se non prevede di smaltire ciò che produce.  Le imprese preferiranno tenere la liquidità invece di investirlo, questa si chiama trappola della liquidità. Ciò varrà anche per i consumatori, i quali, se potranno, tenderanno a risparmiare e quindi a non mettere in giro liquidità se spaventati del futuro. E, d’altronde, non si potrà agire troppo  sulla svalutazione, perché le merci provenienti dall’estero potrebbero costare troppo ed alcune sono essenziali per il nostro paese.

 

Cosa significa agire sulla spesa governativa? Significa che lo Stato deve fare ciò che l’economia privata non può fare da sola, cioè i lavori pubblici per combattere la crisi: ferrovie, strade, edilizia popolare, banda larga, energie alternative, battaglia contro il dissesto idrogeologico… Questi lavori pubblici aumenterebbero la domanda di beni(Moltiplicatore keynesiano)  e occuperebbero migliaia di persone che, guadagnando, immetterebbero liquidità e comprerebbero altri beni, riportandoci alla situazione scritta in precedenza.

 

Questa ricetta fu adottata dagli USA nel 1929 e li fece uscire dalla crisi.

 

La continua privatizzazione delle aziende pubbliche attraverso la loro dismissione, quindi è stata ed è tuttora un errore clamoroso, poiché lo Stato non potrà utilizzarle per lanciare, in momenti di crisi, un piano di opere pubbliche necessario per affrontare al meglio le crisi che ciclicamente arrivano. Non a caso i paesi che meno hanno sofferto la crisi partita nel 2007/2008 sono stati quelli ad economia mista.

 

Bisogna considerare che cittadini e imprese che beneficeranno di queste spese governative pagheranno più tasse allo stato che, peraltro, non dovrà pagare più sussidi di disoccupazione per chi avrà trovato un impiego e quindi, così come previsto anche da Obama, ad un certo punto la spesa iniziale si compenserà.

 

 La spesa pubblica aumenterà a dismisura il debito pubblico solo se la prima verrà attuata in maniera inefficiente e non produttivo. Per Keynes la priorità è sempre la crescita e l’occupazione, perché se si è poveri non si può ripagare un debito e, comunque, il costo sociale sarebbe altissimo se non si dovesse intervenire sull’occupazione.

 

Nell’ambito delle politiche keynesiane, di cui è in realtà è l’ideatore,  si incentra la tassazione sulle transazioni finanziarie in quanto voleva punire chi non utilizzava la notevole disponibilità di moneta per gli investimenti, ma solo per la speculazione a breve termine. Ciò servirebbe per favorire gli investimenti e, quindi, la domanda aggregata.

 

Altrettanto importante è la patrimoniale progressiva rispetto al reddito che servirebbe a finanziare investimenti pubblici, disincentivare le rendite e indurre agli investimenti.

 

Nella situazione economica attuale quindi, le politiche di austerità sono controproducenti, in quanto diminuirebbero il reddito nazionale e quindi lo Stato riceverebbe meno gettito dalle imposte e aumenterebbero le difficoltà dello Stato stesso di ripagare il debito pubblico

 

Politiche di austerità che invece vanno poste in essere nei momenti espansivi per farsi trovare pronti nei momenti di crisi. Tra altro l’Unione europea  è stato costruita con criteri molto ristretti che impediscono politiche espansive di stampo keynesiano, criteri che favoriscono esclusivamente la Germania.

 

Inoltre la Banca Centrale Europea ha poteri molto differenti da quelli della Federal Reserve (Banca Centrale Americana). Infatti la FED può favorire la crescita e l’occupazione stampando moneta oltre che agendo sui tassi di interesse. 

 

In questo quadro, siccome la crisi è dovuta al calo di domanda e non dell’offerta, sono inutili, anzi dannose le liberalizzazioni che tolgono dalle mani dello Stato armi per proporre politiche espansive.

 

 Insomma le politiche economiche neoliberiste portate avanti dall’Europa e dai singoli stati hanno prodotto solamente danni  e recessione ulteriore, cose di cui francamente non si sentiva il bisogno, come dimostra la situazione greca.
Oggi  ci vuole maggiore presenza di pubblico, ci vogliono politiche espansive che facciano cambiare direzione ad un’Europa che, altrimenti, perirà mese dopo mese, anno dopo anno sotto i colpi delle sue stesse rigidità. A pagare non saranno i ceti politici, a pagare saranno (già in grande parte lo fanno) i ceti medi, le fasce di età giovani e meno giovani con costi sociali, politici ed economici inimagginabili.

 

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mer

05

feb

2014

CORRETTEZZA DI GRILLO A SENSO UNICO (IL SUO).

Assistiamo spesso da quando il #m5s è sceso in campo, alla messa in croce da parte dei suoi componenti, di atteggiamenti poco corretti da parte di politici e/o giornalisti, in particolare nel raccontare in maniera distorta la loro azione politica. A volte questo è vero. Tuttavia se questo atteggiamento è DEPLOREVOLE, IMMORALE, DA REGIME mi chiedo: cosa è l'utilizzare la stessa “strategia”? Sul blog di #Grillo è apparso questo VERGOGNOSO post su #Vendola,  in cui vengono stravolte le frasi dette in un'intervista nel 2009, cercando, probabilmente, di insinuare il dubbio persino in chi l’azione politica di Vendola - che non ha bisogno di difese - la conosce bene e alimentando tutte quelle voci, smentite puntualmente dalla magistratura, di collusione con i poteri forti (giocando sul fatto che l’intervista è antica), ma come dice Grillo il web non perdona infatti questo è il testo completo dell’intervista. (...).

"BERLUSCONI È UN INDIVIDUO GENIALE. È UNA PERSONA CHE HA VERAMENTE DEI TRATTI STRABILIANTI, UN SELF MADE MAN CHE RIESCE A COSTRUIRE UN'INTERA EPOPEA DELLA VITA CULTURALE NAZIONALE". LO HA DETTO IL PRESIDENTE DELLA REGIONE PUGLIA, NICHI VENDOLA, OSPITE DEL FACCIA A FACCIA SU RADIO3 DOVE HA RISPOSTO ALLE DOMANDE DI RITANNA ARMENI. "È UN PROTOTIPO DI UOMO NUOVO - HA AGGIUNTO IL LEADER DEL MOVIMENTO PER LA SINISTRA - CHE SI È SAPUTO IMPORRE SULLA SCENA ITALIANA. NOI ABBIAMO FATTO UN ERRORE TRAGICO: DEMONIZZARE IL PERSONAGGIO E INTENDERNE POCO IL MECCANISMO CULTURALE DI RIPRODUZIONE DEL CONSENSO".

"LA SINISTRA - HA SPIEGATO VENDOLA - È STATA MOLTO CONTRO BERLUSCONI MENTRE DIVENTAVA BERLUSCONIANA DENTRO LE PROPRIE VISCERE E I PROPRI ACCAMPAMENTI. DICO CHE BISOGNA ESSERE SEMPRE RISPETTOSI NEI CONFRONTI DELLE PERSONE, FOSSERO ANCHE SILVIO BERLUSCONI. ANZI APPREZZARE LA VERSATILITÀ E LA GENIALITÀ DI UN ESSERE UMANO. BISOGNA INVECE METTERE A FUOCO E CRITICARE DURAMENTE, E CONOSCERE SOPRATTUTTO, IL MECCANISMO CHE RIPRODUCE IL BERLUSCONISMO COME UNA SPECIE DI NARRAZIONE NAZIONALE".

"BERLUSCONI HA VINTO, PRIMA CHE NELLE URNE - HA CONCLUSO VENDOLA - NEI SOGNI E NEGLI INCUBI DEGLI ITALIANI. HA PLASMATO LA DIMENSIONE ONIRICA. LA GENTE HA COMINCIATO A NON AVERE PIÙ SOGNI COLLETTIVI MA HA AVUTO SOGNI INDIVIDUALI. QUELLO, PER ESEMPIO, DELLA FIGLIA VELINA. LA GENTE NON HA AVUTO PIÙ INCUBI COLLETTIVI COME LA GUERRA E LA CRISI AMBIENTALE MA HA AVUTO INCUBI INDIVIDUALI COME LO ZINGARO SUL PIANEROTTOLO. E QUESTA DIMENSIONE ONIRICA È IL SEGRETO DELL'EGEMONIA, DEL SUCCESSO BERLUSCONIANO".
Dunque una critica feroce anche interna alla sinistra stessa passa nella mente di chi ha scritto il post per una esaltazione di Berlusconi?Difficile crederlo.
Inoltre si continua a fare leva sul fatto che #SEL sia in Parlamento nonostante abbia il 2%, si potrebbe giustificare la polemica se SEL avesse votato la legge elettorale, ma, al momento in cui è stata varata, SEL non aveva parlamentari, quindi è una polemica senza senso e strumentale. Inoltre non si capiscono i motivi per i quali Grillo continui a martellare sulla questione. Dunque siamo di fronte all’ennesimo post delirante con l’aggravante della falsità del messaggio, scritto solo per dare voce agli urlatori di professione che non hanno  argomenti
Se quello cui aspira il movimento 5 Stelle è il cambiamento culturale, come è possibile che chi denuncia sia il primo colpevole ed utilizzi tecniche di mistificazione della realtà in salsa berlusconiana?
@sinistraelib @NichiVendola @beppe_grillo @Mov5Stelle @Senato5Stelle
http://www.beppegrillo.it/m/2014/02/un_vendola_per_ogni_stagione.html

http://www.affaritaliani.it/politica/vendola_berlusconi_geniale_strabiliante240309.html

 

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mer

29

gen

2014

Dramma lavoro in Sicilia:Crocetta è Presidente a sua insaputa?

 

La vicenda Micron di Catania per cui sono previsti 129 esuberi in Sicilia (419 in tutta Italia), il rischio del posto di lavoro per i 4500 dipendenti dell’azienda Almaviva che ha bisogno di una sede e per cui  il sindaco di Palermo Orlando ha detto di essere pronto a fornire un bene confiscato alla mafia, le vertenze Aps, Keller e Ansaldo Breda, la questione del rilancio di Fincantieri, rappresentano il dramma del lavoro che sempre più affligge la Sicilia e i siciliani.   In tutte queste situazioni  un fatto rimane evidente: il silenzio assordante della giunta regionale presieduta da Crocetta, il quale, invece di occuparsi del congresso regionale del PD, dovrebbe attenzionare queste situazioni gravissime. Visto che non lo fa, se non per elargire mance attraverso i cantieri servizi che non risolvono nulla, come associazione Net Left poniamo una domanda: Crocetta è Presidente della Regione a sua insaputa? Evidentemente si, ma non crediamo che il giudizio degli elettori sarà magnanimo come quello del Tribunale di Roma per Scajola e soprattutto qui a pagare saranno migliaia di famiglie.

 

 

 

29/01/2014

 

L’ufficio stampa

 

L’ufficio stampa - Vassily Sortino (333 5762232)

 

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mer

15

gen

2014

«Ancora una volta un colpo alla credibilità delle istituzioni »

 

Al di là di quello che saranno le conclusioni delle indagini,  nella vicenda delle spese pazze all’Ars vi è  già una  vittima: la credibilità delle istituzioni e della politica, che già è stata messa a dura prova, nei giorni precedenti,  dalla questione dell’assunzione incontrollata  dei collaboratori nei gruppi.

Ai tanti forcaioli e giustizialisti che  in queste ore condannano prima della magistratura, ricordo che esiste in Italia la presunzione di innocenza e  sarebbe bene attendere le decisioni del potere dello stato legittimato a giudicare, perché a voler dare giudizi frettolosi e ponendosi al posto di esso, si corre il rischio di fare brutte figure.
Detto questo pensiamo sia necessaria una profonda riforma riguardante le spese dei gruppi che vada nel senso di maggiori e più pesanti controlli e che la politica tutta si dia una regolata .

 

 

 

14/01/2014

 

L’ufficio stampa

 

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lun

06

gen

2014

A proposito del parallelo tra i lettori de Il fatto e gli elettori dei 5 Stelle

Alcuni hanno scritto cose idiote facendo un parallelo tra i lettori di un giornale e gli elettori di un movimento politico, le cui idee peraltro in alcune parti non condivido, la sinistra che fa le operazioni ridicole e vergognose di fare un parallelo tra i lettori di un giornale e gli elettori di un soggetto politico è una sinistra che non mi appartiene, specialmente in un paese dove l'astensionismo è il primo partito perché le persone non trovano nella politica di nessuno risposte vere e serie ai problemi che li affliggono. Invece di fare polemiche sterili, inconcludenti e poi rimetterci la faccia, uscendone umiliato qualcuno dovrebbe avere la capacità di ascolto della sofferenza che attanaglia le persone, i disoccupati non solo giovani, ma anche over 35, invece di allontanare le persone da un partito accogliere le differenze come arricchimento, invece di pensare al proprio posto, comprendere che è lì a rappresentare delle persone, invece di polemizzare per una foto, per una dichiarazione, per un post di un iscritto a questo o a quel soggetto politico come se i suoi elettori fossero tutti belli, intelligenti, furbi e umani, pensassero alle cause per le quali tanta gente non va a votare, perché tanta gente è incazzata con la politica tutta, compresa l'opposizione al governo nazionale che, infatti, non sfonda nei sondaggi, fatevelo un bel bagno di umiltà, fatevelo un bel bagno tra la gente comune che soffre invece di pensare di sapere quello che la gente vuole, ascoltatelo dalla loro viva voce a costo di prendervi le parolacce perché siete "politici", mettetecela la faccia, ritornate umani e scendete dall'altare, vi assicuro che ci guadagnerete piano piano consensi, pacche sulle spalle e riconoscenza

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ven

03

gen

2014

«Presentate 4 interrogazioni sulla scuola bagherese. Vogliamo risposte ufficiali »

 

Ai sensi dell’articolo 19 dello Statuto Comunale il coordinatore regionale di Net Left Luca Lecardane per conto del circolo bagherese ha presentato 4 interrogazioni sulla scuola. Gli argomenti delle interrogazioni sono state oggetto già di un volantino distribuito il 24 dicembre quando il circolo bagherese ha fatto la sua prima uscita pubblica e che sarà ancora distribuito nei prossimi giorni. Nelle interrogazioni, indirizzate al Sindaco ed ai vari assessori competenti, ed a cui ai sensi dello statuto bisogna dare risposta entro 30 giorni, si chiedono risposte ufficiali rispetto alle richieste presentate in una conferenza stampa dei giorni scorsi  dai dirigenti scolastici dei 17 edifici scolastici bagheresi. In particolare chiediamo: se è intenzione della Giunta  istituire una task force comunale con esperti in piccoli lavori di manutenzione necessari per evitare l’allargamento dei danni con ulteriori aggravi di spesa per il Comune di Bagheria da utilizzare nelle scuole bagheresi; se è intenzione della Giunta istituire un ufficio comunale specializzato per il reperimento delle risorse per la sicurezza nelle scuole; quali rimedi vuole  attuare la Giunta comunale bagherese per reperire risorse al fine di attivare la video sorveglianza per combattere i troppi furti di cui sono state oggetto le scuole bagheresi ; se è intenzione dell’amministrazione far partire il servizio mensa molto importante specialmente per le famiglie più povere.

 

Infine nell’ultima interrogazione chiediamo se e come l’amministrazione comunale intenda proseguire il servizio di assistenza igienico personale agli studenti diversamente abili per l’anno scolastico 2013 2014 ed a che punto è il protocollo di intesa tra il Comune, le Istituzioni scolastiche e l’azienda sanitaria provinciale di cui l’Amministrazione comunale, per bocca dell’Assessore e vicesindaco Mineo ha parlato ad inizio dell’anno scolastico per fornire un servizio continuo.

 

Il circolo di Bagheria – afferma il responsabile regionale di Net Left Luca Lecardane – ha iniziato nel migliore dei modi, ho volantinato, ovviamente, insieme a loro e trovo il loro entusiasmo e la loro determinazione molto importanti per la prosecuzione del lavoro sul territorio. In questo marasma descritto nel volantino il sindaco di Bagheria eccelle per l'immobilismo più assoluto, infatti il comune non ha presentato progetti o, se li ha presentati,sono stati bocciati per portare fondi alla  scuola. Il fatto che un comune come Giuliana, con 2 scuole e 2000 cittadini, abbia saputo presentare un progetto che gli ha permesso di partecipare ad un bando europeo con cui ha ricevuto un milione e novecentomila euro  mentre  Bagheria,nonostante abbia 60.000 persone, 17 scuole abbia zero euro la dice lunga.

 

La prossima riunione si terrà il 4 gennaio alle 16.30. Chiunque volesse ricevere informazioni su Net Left potrà unirsi al gruppo su Facebook Net left Bagheria o scrivere a netleftsicilia@libero.it.

 

03/01/2014
L’ufficio stampa

 

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sab

28

dic

2013

Il mio ricordo di Alessandra Siragusa

Chi non ha vissuto in quegli anni a Palermo non può capire fino in fondo, vivere in una città che era stata colpita nel più profondo dalle uccisioni di Falcone, Borsellino e delle loro scorte, uno stato che non c'era, che aveva lasciato alla mafia il controllo, il silenzio della gente che aveva paura della mafia che non si fermava davanti a nulla, una mafia che aveva ucciso negli anni  il Capitano Basile, Il Prefetto Dalla Chiesa e tanti altri e annientava chi si ribellava coem Libero Grassi. Poi....poi inizia la ribellione, ricordo ancora il Va Pensiero cantato da migliaia di persone in Via D'Amelio il giorno dopo la strage, senza che ci mettessimo d'accordo, senza il passaparola, ci guardammo negli occhi, li scattò qualcosa nei palermitani, li scattò la ribellione contro la mafia, le catene umane lunghe, lunghissime, infinite, i lenzuoli bianchi alle finestre...Quel popolo aveva bisogno di credere in un sogno, Leoluca Orlando venne eletto nel 1993 Sindaco e si circonda di persone  nuove...una di queste era Alessandra Siragusa scelta per fare l'assessore alla scuola. Stavamo nello stesso movimento La Rete da lì iniziai a fare politica subito dopo le stragi. Una donna eccezionale, competente, brava, non disponibile a compromessi al ribasso. Inizia subito a farsi conoscere Alessandra, decisa, forte, determinata al massimo a cambiare la scuola palermitana. Vuole eliminare i doppi e tripli turni innanzitutto.Vi immaginate la rivoluzione in una città abituata ad essere bistrattata? una città abituata a essere violentata, malmenata da chi pensava che la scuola fosse inutile? Al'inizio alcuni al prendono epr visionaria, ma lei se  ne frega e va avanti. Vengono eliminati i doppi e tripli turni, le scuole cominciano a funzionare, lei gira, lei gira le scuole, altro che palazzo, entra nelle scuole, vuole conoscere gli insegnanti, i presidi, i bidelli, i bambini, i genitori, la ama la scuola e la sa fare amare. Ed in estate, quando si slega il connubio tra bambini e scuola, tra scuola e territorio, tra famiglie e scuola lei cosa fa? Se ne inventa un'altra: Tempo D'Estate. Le famiglie che durante i mesi estivi andavano in difficoltà per lasciare i bambini che si annoiavano o che magari erano dati ai nonni mentre i genitori dovevano lavorare. Quei due mesi estivi terribili sotto questo aspetto per le famiglie... Lei diede una mano alle famiglie e impegnò i bambini la mattina a scuola a fare attività ludiche e/o sportive. Da un lato aiutava le famiglie, dall'altro i bambini non perdevano contatto con la scuola ed intanto ragazzi e ragazze guadagnavano qualcosa facendo da insegnanti e tutor.

E poi be si ritorna a scuola, vuoi che Alessandra non faccia il passo successivo?Quale? Come quale? bhe legare sempre più la scuola al territorio attraverso una iniziativa partita da Napoli e che si diffonde rapidamente sul territorio nazionale. La scuola adotta un monumento. Ragazzi e ragazze che fanno da ciceroni per far conoscere i monumenti di Palermo ai palermitani, si aprono monumenti chiusi da anni, è un clamoroso successo, migliaia e migliaia di palermitani visitano i monumenti e ascoltano queste giovani guide che con una abnegazione incredibile parlano della storia della città che ha visto decine di culture fondersi e arricchirsi. Una città che si riappropriava di se stessa, senza paura, senza più che lo spettro della mafia  facesse stare a casa i suoi cittadini,una città che invadeva le strade praticamente ogni sera,  una città che grazie ad Alessandra si riappropriava di se stessa.
Finalmente un'amministrazione al fianco delle famiglie che, invece delle parole, faceva i fatti e dava una mano concreta. Ecco chi era Alessandra Siragusa. Ciao Alessandra

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mar

24

dic

2013

Prima uscita del circolo bagherese di Net Left

Oggi c'è stata la prima uscita del circolo bagherese di Net Left. Si abbiamo volantinato il 24 dicembre per dare un segnale ben preciso alla cittadinanza ed alla politica bagherese, staremo sempre in allerta, faremo le nostre proposte, ci congratuleremo quando saranno fatte cose giuste, criticheremo e faremo proposte alternativa quando, a nostro parere, la politica sbaglierà. Abbiamo volantinato a sostegno delle richieste dei dirigenti scolatici delle 17 scuole comunali bagheresi che lamentano il totale abbandono delle scuole da parte dell'amministrazione comunale, aggravato questo dall'immobilismo più assoluto dell'amministrazione bagherese, infatti il comune non ha presentato progetti o, se li ha presentati,sono stati bocciati. per reperire risorse da destinare alle scuole. Un comune come Giuliana, abitato da 2000 anime e con solo 2 scuole, grazie alla capacità della sua amministrazione, ha ricevuto attraverso la partecipazione a bandi, un milione e novecentomila euro, Bagheria, 60.000 persone, 17 scuole, neppure un euro. Invitiamo i cittadini a seguire il gruppo di NET LEFT Bagheria iscrivendosi qui www.facebook.com/groups/583011958437651/ Con l'occasione a nome di NET LEFT Sicilia auguro a tutta la cittadinanza buone feste

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ven

20

dic

2013

Prima riunione del Circolo di Bagheria di NET LEFT

Sabato 21 dicembre alle ore 17 è convocata la riunione costitutiva del circolo NET LEFT di Bagheria. Saremo ospiti di un locale di Via Gigante 21 (seconda traversa a sinistra della Via Quattrociocchi). NET LEFT è un’ associazione nazionale apartitica ma di area di sinistra. L’associazione si occupa di democrazia partecipativa, innovazione e comunicazione innovativa in politica, contro un’Europa delle banche, delle multinazionali, troppo legata ai “conti” e poco alla vita dei cittadini come dimostra la vicenda Greca, nazione messa in ginocchio da politiche incomprensibili di austerity. Noi siamo a favore di un’Europa dei e per i cittadini che metta al centro la solidarietà e il lavoro.

Net Left in Sicilia, però, vuole essere qualcosa di più, in quanto lavorerà sul territorio con i cittadini per migliorare la vivibilità dei quartieri, delle città e della regione: l’attenzione sul verde pubblico, sulla raccolta differenziata, sulla mobilità, sul recupero  di edifici pubblici abbandonati, sul turismo, sull’ambiente, sulla difesa dei beni comuni come l’acqua, sul lavoro saranno caratteristiche del lavoro dell’associazione. Obiettivi da raggiungere attraverso vari strumenti compreso la raccolta firme su proposte di legge popolari regionali.

L’ordine del giorno della riunione è:
presentazione dell’associazione; programmazione attività; nomina nucleo che dirigerà il circolo.Alla riunione sarà presente il coordinatore regionale Luca Lecardane. Ad inizio 2014 sarà inaugurato un circolo anche a Palermo

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