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La mafia si combatte non solo con la repressione

stralci del mio intervento all'iniziativa del centro Pio La Torre di oggi

Gianluca Calì (imprenditore che ha denunciato i tentativi di estorsione e prorpietario della Calicar s.r.l.) non deve essere definito un eroe ma un cittadino normale, perché normale deve essere ribellarsi al giogo mafioso e anormale stare zitti. Deve essere indicato come un cittadino perché se viene definito un eroe sarà isolato.

"Le forze dell'ordine e la magistratura hanno un ruolo importante nel contrasto al fenomento della criminalità organizzata...a lor o va il nostro plauso, vengono attaccate da anni da certa politica che vuole restare impunita, attaccate attraverso i tagli sia alle une che all'altra e attraverso la sostanziale riduzione delle intercettazioni, strumento fondamentale per loro.

Non basta la repressione però, perché vi sono diversi attori per la lotta alla criminalità: le chiese, troppe volte zitte davanti al fenomeno mafiose ed anzi conniventi, ma che hanno avuto anche grandi personaggi come Don Puglisi; la scuola attraverso tre direttive. La lotta alla dispersione scolastica;creazione di possibilità di riscatto sociale fornendo gli strumenti per continuare la formazione scolastica; discutere in classe di mafia, degli effetti della stessa sulla nostra società. terzo attore è la stampa che ha il dovere di non fermarsi alla cronaca ma di far conoscere la mafia in tutte le sue sfaccettature per creare un clima culturale di contrasto alla mafia; quarto attore è il lavoro attraverso lo sviluppo reso difficile dalla difficoltà di credito alle imprese da parte delle banche e dalla mancanza, per quanto riguarda la nostra terra di un'idea di sviluppo comprensoriale;quinto attore è la politica, quella politica che nei prossimi giorni deve varare una legge contro il voto di scambio e migliorare, quindi, la legge anticorruzione nel senso voluto da Libera e quella politica ce deve ribellarsi a questo modello di Europa, basato sulle lobby e sulla rigidità dei conti pubblici senza pensare alle persone che disperate si tolgono la vita.

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