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PARTE II: DALLA TEORIA ALLA PRATICA. UNA MILITANZA NUOVA CON UN SAPORE ANTICO

COME VI DICEVO A ME PIACE PASSARE DALLA TEORIA ALLA PRATICA

Come avevo scritto in calce a questo articolo che rappresenta la parte teorica della teoria sulla democrazia deliberativa (l'articolo lo trovi qui), mi piace applicare concretamente le idee, da qui nasce quest'altro articolo.

Piaccia o non piaccia il recente successo del Movimento 5 Stelle riporta alla ribalta uno degli aspetti più trascurati negli ultimi anni dai partiti: la militanza. Un concetto che deve essere aggiornato ai tempi del web, un concetto nuovo con un profumo di antico, quando la militanza nei partiti era di massa. I cittadini hanno scoperto la com-partecipazione alle scelte dell’organizzazione di cui fanno parte, la straordinaria partecipazione alle primarie degli anni scorsi doveva essere un segnale e invece non è stato colto fino in fondo.

I cittadini non vogliono più partiti diretti solamente da un’oligarchia che comanda senza tener conto degli iscritti.

 

Questo documento sull’organizzazione vuole applicare concretamente lo spunto di riflessione teorico sulla democrazia deliberativa per un partito moderno che voglia rilanciare il concetto di militanza.

ORGANIZZAZIONE, PARTECIPAZIONE, COMUNICAZIONE COINVOLGIMENTO devono essere le parole d’ordine per rispondere alle nuove esigenze.

 

I CIRCOLI, I COORDINAMENTI, I COORDINATORI hanno senso se  non vengono visti come qualcosa di esterno agli iscritti, ma come  strutture e strutturazioni necessarie per stare sul territorio vicini ai cittadini e ai loro problemi. Le strutture territoriali non bastano,  bisogna usufruire al meglio degli strumenti del web: dalle  videoconferenze ai gruppi sui social network, alle diverse tipologie di ICT (Information and Comunication Technologies) utilizzabili per questi scopi e  che annullano le distanze. Strumenti, ovviamente, da coniugare con 

gli incontri “reali”, una rete parallela comunicante con l’altra rete. Le nuove tecnologie sono un possibile, formidabile ausilio alla creazione  di un nuovo spazio pubblico discorsivo.

 

L’organizzazione dovrebbe essere basata su un doppio livello: territoriale e tematico.

Dal punto di vista territoriale un partito moderno dovrebbe essere organizzato dal basso verso l’alto in questa maniera: circoli, organizzazione comunale, federazione provinciale, federazione regionale, federazione nazionale.

 

Dal punto di vista tematico: i gruppi tematici dovrebbero coinvolgere tutti i livelli da quello di Circolo a quello nazionale.

 

I coordinatori a qualsiasi livello sono la guida politica del partito, sono i rappresentanti del partito a quel determinato livello, seguono pedissequamente il programma del partito che viene votato attraverso metodi democratici come le assemblee degli iscritti o altri strumenti opportuni (compresi gi ICT) che amplino la com-partecipazione alle decisioni del partito.

 

Il coordinamento è organo fiduciario del coordinatore e viene votato dalla rispettiva assemblea federale.

 

Il coordinatore a qualsiasi livello viene eletto in base ad un documento politico basato sulle rispettive competenze. .

I coordinatori a vario livello devono essere visti come i portavoce degli iscritti e non come chi decide programmi e linee politiche che, ribadiamo, devono essere decisi con i metodi presentati nella parte teorica della democrazia deliberativa e tenendo conto dei tre livelli di azione strategica su cui non torno .

 

I rappresentanti istituzionali, oltre ad essere tenuti a sostenere economicamente il partito, sono emanazione diretta di esso, ed in quanto tali portano avanti il programma del partito (e non come accade in alcuni partiti dove i rappresentanti istituzionali fanno partito a sé);sono tenuti a tenere informati i rispettivi livelli del partito circa gli sviluppi della politica del livello istituzionale di cui fanno parte. Essi devono essere rappresentati all’interno delle direzioni e nella qualità uno di loro a quel livello deve far parte del coordinamento competente.

 

I candidati devono essere scelti attraverso le primarie e, solo se non fosse possibile, con un’ampia consultazione della base .

 

Per quanto riguarda i candidati di coalizione la richiesta agli alleati deve essere quella di sceglierli attraverso i meccanismi delle primarie o comunque attraverso un’ampia consultazione della base.

 

I forum tematici esistono a ogni livello al fine di garantire la partecipazione delle iscritte e degli iscritti, delle e dei simpatizzanti possono essere temporanei o permanenti ed esistono dal livello di circolo al livello nazionale. Sono guidati dal componente della segreteria competente per materia.

 

Essi hanno il compito, a ogni livello, da quello di circolo a quello nazionale, di redigere progetti di competenza di quel livello e amalgamano e rendono omogenei i progetti dei gruppi tematici di livello inferiore. I documenti politici redatti dai circoli tematici formano il programma del partito per il rispettivo livello .

 

I gruppi tematici avrebbero il pregio di coinvolgere nella vita del partito creando dirigenza diffusa, quella dirigenza diffusa che impedirebbe l’autoreferenzialità dei gruppi dirigenti.

I vari gradi di organizzazione devono utilizzare i social network e altre possibilità tecnologiche per favorire la partecipazione di iscritti e simpatizzanti alla vita del partito. Si possono formare gruppi sui social network, si possono utilizzare teleconferenze e altri strumenti web.

 

I livelli territoriali e i gruppi tematici concorrono a formare un progetto di società e un conseguente programma inclusivo di tutte le categorie sociali ed economiche esistenti nella società italiana ed europea.

 

Tutta questa organizzazione capillare crea degli strumenti per ascoltare, elaborare, informare e risolvere i problemi, quindi bisogna coniugare ascolto con la protesta, la protesta con la proposta, solo così possiamo far ritornare la gente alla politica.

 

L’ORGANIZZAZIONE, LA PARTECIPAZIONE, LA COMUNICAZIONE, LA CAPACITÀ DI ASCOLTO SONO PUNTI CARDINE SE SI VUOLE UN PARTITO FORTE E CAPACE DI CAMBIARE IL MODO DI FARE POLITICA.

 

questo articolo è di proprietà intellettuale di Luca Lecardane. Può essere riprodotto in tutto o in parte solo citando la fonte

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